Anche scherma, baseball e golf
Come va il dibattito consiliare ?
Strongmanrun a Rovereto sino a quando ci saranno la condizioni
sport a scuola
Chi, dove, quando un aiuto per scegliere lo sport
Scelgo il mio sport con il “Chi, dove, quando” di Agenzia Sport Vallagarina
Settembre è il mese delle nuove attività, delle valutazioni che produrranno il futuro. Per le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi, l’inizio della scuola coincide con altre scelte, che concorrono a un pieno sviluppo formativo.
E’ ormai certo che la crescita migliore non può prescindere dalla frequenza di un’attività sportiva, seguita con costanza.
Molti ritorneranno alla disciplina dell’anno precedente ma tanti affronteranno invece una difficile valutazione.
Pallamano o calcio? Nuoto o sci? Pallacanestro o atletica? Tamburello o arrampicata? Ginnastica artistica o hip hop? Arti marziali o pallavolo? Nuoto o baseball? Scherma o tennis tavolo? Tennis o scherma? E tante altre!
Il problema che molti giovani stanno affrontando è quello della scelta. Anche per i genitori sono questi i giorni in cui si decide l’indirizzo sportivo, che forse segnerà l’intera vita dei loro figli.
In Trentino operano migliaia di società sportive che, con grande impegno, offrono infinite occasioni. In questo variegato panorama non è facile prendere una decisione.
Se è naturale il coinvolgimento delle famiglie, è altrettanto vero che al centro della scelta c’è il figlio, con le sue prime preferenze e attitudini.
Il consiglio che mi sento di offrire alle mamme e ai papà è di seguire le richieste della figlia o del figlio. E’ una scelta delicata che investe una sfera emotiva, forse poco razionale, ma nella quale riveste particolare importanza la componente motivazionale. A volte risulta importante la presenza in quella squadra dei compagni del cuore o anche solo l’essersi fatti entusiasmare da una dimostrazione promozionale. Tale componente istintuale riveste un carattere fondamentale per la riuscita del progetto. Accondiscendere alle volontà del bambino significa poi poter richiedere serietà e costanza nell’impegno. Qualunque attività è buona e formativa e comunque per la scelta di vita c’è tempo.
Il secondo consiglio che rivolgo ai genitori è quello di coinvolgere l’insegnante di educazione fisica. Nella nostra Provincia questa risorsa fondamentale è presente sin dalla classe quinta elementare. Il professionista, in poche lezioni pratiche, è in grado di conoscere le migliori inclinazioni e potenzialità del bambino. Saprà certo consigliare verso la migliore attività, offerta dal territorio.
Infine è rilevante che la scelta sia operata seguendo criteri di convenienza territoriale. La vicinanza all’abitazione, la compatibilità di orari ed anche il costo economico risultano importanti.
Agenzia Sport Vallagarina opera per stimolare e supportare la frequenza sportiva da parte dei bambini in età scolare.
Scuola e sport, Sport per tutti, Su con la schiena sono i principali progetti sui quali si impegna l’ente lagarino. A tale operatività viene affiancata un’azione informativa alla quale chiunque può accedere. Sul sito web di Agenzia Sport Vallagarina è operativo il capitolo “Chi, dove, quando – lo sport giovane in Vallagarina”. Qui è possibile trovare informazioni relative alle società sportive, che da Avio a Besenello hanno pubblicato i loro dati. Vi si trovano orari e luoghi degli allenamenti, nomi e indirizzi di allenatori e responsabili, età seguite e costi, calendari e dotazioni. Il sito è aggiornato puntualmente e periodicamente si arricchisce delle nuove società che liberamente intendono diffondere le loro informazioni.
E’ uno strumento sicuramente utile nel quale bambini, ragazzi e genitori possono curiosare per operare la migliore scelta. In attesa di nuovi campioni ma ancora prima di una nuova generazione ricca dei valori sportivi.
http://www.agenziasportvallagarina.com/chi-dove-quando-lo-sport-giovane-in-vallagarina
Coinvolgimento dei cittadini a Rovereto; diciamo le cose come stanno
Ultimi arrivati sulla scena politica i portavoce del movimento 5 stelle si trovano spessissimo a riscoprire e ribadire istanze e necessità, ambientali e sociali, che i Verdi del trentino e nazionali sostengono ormai da oltre trent’anni. Questo dato di fatto non può che fare piacere, nei termini di merito politico.
Ciò che distingue nettamente Verdi da 5 stelle riguarda sicuramente il metodo utilizzato.
I rappresentanti del Sole che ride si sono sempre seduti ai tavoli di discussione, partecipando alle coalizioni di governo e sostenendo i propri argomenti in una logica di confronto. Solamente ove era palese la cattiva gestione della cosa pubblica i Verdi hanno alzato la voce, sempre dimostrando il valore comune delle proprie volontà.
Altrettanto non si può dire dei 5 stelle che a volte sostengono medesimi principi, ma affrontati in una logica di scontro totale contro tutto e tutti, come illuminati da una “luce divina in contrasto con il mondo malvagio”.
E’ quanto accade anche oggi quando leggo il consigliere comunale Vergnano intervenire, dichiarando che l’Amministrazione della Città prenderebbe in giro i suoi cittadini.
Il tutto nasce dalla proposta dell’Amministrazione di Francesco Valduga di chiedere ai propri cittadini come vorrebbero convivere tra di loro a Rovereto.
Per la prima volta nella storia di Rovereto un’amministrazione chiede direttamente il parere alla gente sul tema principe della convivenza civile; il consigliere 5 stelle piomba sul tema affermando che è tutto sbagliato e che comunque e a prescindere si prende in giro la Città!? Al contrario di quanto invece si propone!
“Io partecipo”, la piattaforma virtuale del Comune di Rovereto, è uno straordinario e innovativo strumento di democrazia, per ricondurre con modalità condivise a sedare le litigiosità e le incomprensioni di Rovereto.
La precedente abitudine dei roveretani, a non essere ascoltati e a non ricevere soluzioni, viene finalmente ora presa in carico da questa Amministrazione, che si impegna a recepire quanto gli stessi cittadini vorranno proporre.
Ciò non deriva certo da incapacità a dirigere autonomamente le scelte, ma è il desiderio di ascolto e soluzione come promessi in campagna elettorale.
Il cittadino ha ora lo strumento affinché, ciò che desidera, venga colto e trasformato in norma comune.
La poca partecipazione a “Io partecipo” è curiosa.
Assisto tutti i giorni ad una grandissima attività di proposta e critica che prolifica sui social network.
Purtroppo Facebook è solo un mezzo di confronto ma chi vuole ottenere riscontro dovrebbe proporlo sul sito del Comune. Se ciò non avviene forse è solo perché esiste un contenzioso fittizio, dettato solo da protagonismo e demagogismo politico. Come quello purtroppo mostrato da 5 stelle.
La partecipazione dei cittadini è sempre più necessaria. Rovereto virtuosa.
Sul piano della democrazia Rovereto ha fatto progressi
Sono socio dell’associazione Più Democrazia in Trentino sin dalla sua costituzione, e con questa condivido i principi ispiratori la democrazia diretta. Credo ancora di più in tale bisogno ora, dopo un’esperienza ventennale nelle amministrazioni politiche roveretane e della Vallagarina.
Vivo il comune senso di allontanamento dei cittadini dalle istituzioni, condotte con la sola democrazia rappresentativa. Mi accorgo come ogni giorno aumenti il contenzioso tra la gente e le amministrazioni, incapaci di comprendersi vicendevolmente. È per questo che credo necessaria la ricerca di soluzioni strutturali importanti, nella gestione della cosa pubblica.
La prima possibile soluzione strutturale si rifà ai principi della democrazia diretta. Far esprimere i cittadini e tradurre in puntuali atti amministrativi le loro istanze.
Un’altra soluzione può essere la ricerca di nuove forme di rispetto reciproco tra le varie forze politiche. Esempio di ciò è la nuova amministrazione di Rovereto dove attorno al sindaco Francesco Valduga convivono cinque forze politiche, di diversa estrazione, ma accomunate da una condivisa motivazione ad accontentare i cittadini e a gestire al meglio la propria città. Si dice che il buonsenso non è di parte ma è un termine condiviso; questo è il principio ispiratore dimostrato dal cosiddetto «civismo» roveretano.
Leggo in questi giorni con dispiacere alcune osservazioni negative che dalla mia associazione, Più Democrazia in Trentino, vengono rivolte alla mia amministrazione roveretana. La critica viene rivolta nel metodo utilizzato da Rovereto che anziché «far funzionare gli strumenti di partecipazione previsti dalla legge quali istanze, petizioni, iniziative popolari e referendum, le amministrazioni locali si occupano di costruire contenitori virtuali».
Ciò si riferisce alla nuova piattaforma «io partecipo», lanciata dal Comune per raccogliere i desideri dei cittadini sui temi della convivenza civile. In linea di principio condivido le affermazioni della mia Associazione ma come affermo puntualmente nelle nostre riunioni, credo ogni cosa vada “conquistata” con calma e con una condivisione maturata. È per questo che personalmente sono invece molto soddisfatto di tale modalità introdotta dall’amministrazione roveretana che si fa carico di tale operazione di ascolto. Ascolto che come già dichiarato si tradurrà poi in atti effettivi.
Le indagini di Più Democrazia in Trentino potranno invece rivolgersi prioritariamente a tutte quelle tante amministrazioni (la maggior parte) che, chiuse a riccio, condividono le necessità unicamente con i propri beniamini che le hanno votate.
Sul tema della democrazia diretta Rovereto non è certo meno degli altri. Come Trento ha votato i termini di abbassamento dei quorum referendari che ora hanno reali possibilità di riuscita, anche nella Città della Quercia. Ancora di più a Rovereto mi piace il nuovo rapporto tra i cittadini e l’amministrazione con l’istituzione della «Finestra sulla città». Ogni 30 giorni i roveretani hanno a disposizione tutta la giunta municipale per un’intera serata, durante la quale possono porre richieste e osservazioni e avere un riscontro immediato alle stesse. Cosa mai vista a Rovereto e che denota la vicinanza di questo «governo» con i suoi cittadini.
Ogni condizione va dunque raffrontata con l’esperienza generale e in tema di democrazia diretta, anche a Rovereto c’è tanto ancora da fare. È però un percorso che va maturato dalle istituzioni in concerto con la cittadinanza.
Intanto con «io partecipo», quorum ridotto e «la finestra sulla città» credo che Rovereto, in termini di democrazia diretta, sia per il momento particolarmente virtuosa.
Ruggero Pozzer
Scelte del passato che subiamo? Ma chi è questo passato che ha svenduto la nostra bella Città?
Gent.ma Signora
Presidente del Consiglio Comunale
Egregio Signor Sindaco
Comune di Rovereto
Interrogazione a risposta scritta
Da sempre il gruppo dei Verdi si espone con determinazione nella difesa dell’ambiente urbano di Rovereto.
Da Viale Trento alla Consolata, da Via Unione al vigneto Fedrigotti, dalla stazione ex autocorriere di Corso Rosmini sino al Follone e in tante iniziative minori ci siamo sempre esposti, con scelte di tutela e per evitare nuova edificazione.
Purtroppo, spesso inascoltati, dobbiamo ora fare i conti con una Città assediata dal cemento e priva di tanti spazi che in alternativa avrebbero fornito luoghi di pubblica e utile socialità.
Negli anni si è osservato un ripetuto aumento di cubature speculative, non necessarie al fisiologico aumento della popolazione o a necessità delle famiglie, utili solamente agli interessi di imprenditori privati.
Riteniamo che tale comportamento sia contrario al benessere dei cittadini che devono essere garantiti di un ambiente urbano gradevole, intercalato da luoghi pubblici e parchi.
Così ci troviamo a dover affrontare successivamente scelte operate negli anni trascorsi, che ricompaiono puntuali oggi, a ricordare che purtroppo su Rovereto vi sono vincoli edificatori in attesa, per migliaia di metri cubi.
Uno di questi comparti edificatori, che riappare dopo un sonno di quasi quindici anni, è la ex Master Tools (o ex Cofler). Su tale comparto sono in fase di realizzazione circa 30.000 metri cubi di edificato per un centinaio di nuovi appartamenti.
Giornalisticamente si rileva come anche l’assessorato roveretano all’urbanistica abbia giudicato il futuro edificatorio di tale area come uno scempio, confermando di avere le mani legate circa una diversa destinazione dell’area. Pure il Presidente della Circoscrizione interessata esprime tutta la sua preoccupazione, denunciando le carenze di controllo espresse nel passato da precedenti consigli circoscrizionali.
Dunque, ancora una volta, Rovereto rimane vittima di operazioni scellerate, ereditate da precedenti amministratori.
E’ comunque incomprensibile come, a fronte dell’evidente attuale crisi immobiliare, vi sia chi vuole comunque realizzare un simile quartiere dormitorio. Probabilmente i bassi costi di costruzione equilibrano il bilancio di imprenditori che ritengono comunque conveniente edificare. Magari per poi attendere con calma la comparsa di canali di vendita, anche sostenuti dall’ente pubblico o da Itea che oramai non costruisce autonomamente, ma con soldi pubblici acquista sul libero mercato.
Da sottolineare però, come ho sempre sostenuto, che tali responsabilità non vanno imputate agli imprenditori, che svolgono il loro lavoro solo in base alle decisioni dell’ente pubblico. Se un ente pubblico è sano, e stende piani regolatori conformi agli interessi dei cittadini, tali problemi non sussistono e gli imprenditori si adeguano a realizzare un’urbanistica conforme a criteri condivisi, socialmente accettabili e rispettosi dell’interesse comune.
E’ palese che tale condizione di pubblico interesse, quando si è approvato questo piano edificatorio da 30.000 metri cubi sull’area tra Via Ronchi e Via Maioliche, non era nelle intenzioni di chi prendeva le pubbliche decisioni.
Pe fortuna le cose sono cambiate e la nuova amministrazione ha decisamente cambiato rotta e si mostra indisponibile al prosieguo di un’ulteriore azione di degrado urbanistico su Rovereto.
Credo però che non sia sufficiente cambiare rotta ma che un civile senso di responsabilità non può unicamente “piangere sul latte versato”, ma deve mettere in evidenza le puntuali responsabilità, che ancora oggi subiamo e che hanno ridotto Rovereto a schiava di interessi edificatori unicamente privati.
Non possiamo fermarci al consueto piagnisteo, rilevando come siamo succubi di scelte scellerate del passato, ma con doverosa responsabilità nei confronti dei cittadini roveretani, dobbiamo spiegare tali percorsi, riconducendo le responsabilità con chiarezza, trasparenza e determinazione, valutando anche se, chi ha messo in ginocchio la fruizione urbanistica della nostra bella Città, non sia suscettibile di possibili ricorsi erariali o comunque di pubblico rincrescimento.
In tal senso, e come ineludibile dovere verso i cittadini, sono a interrogare e chiedere che venga effettuata una ricerca che porti alla redazione di un documento che illustri il chiaro percorso storico della pianificazione urbanistica sull’area “ex Master Tools”. Tale documento, reso pubblico e fornito in risposta a tale interrogazione, dovrà illustrare i nomi e i cognomi, e se palese l’appartenenza politica, di chi successivamente ha deciso tale scelta che oggi, nostro malgrado, incombe negativamente sulla Circoscrizione di Rovereto Sud.
Rovereto, 25 agosto 2016 Ruggero Pozzer
PISTE CICLABILI PERICOLOSE
PISTE CICLABILI PERICOLOSE: La mia proposta vuole limitare la velocità solo in presenza di bambini e pedoni, anziani. E che la responsabilità sia a carico di chi sopraggiunge veloce, come sulle piste da sci. I 10 Km/h sono solo una proposta; il senso è quello di garantire sicurezza.
L’ INTERROGAZIONE
Gent.ma Signora
Presidente del Consiglio Comunale
Egregio Signor Sindaco
Comune di Rovereto
Interrogazione a risposta orale in Aula
Pericoli sulla pista ciclo pedonale dell’Adige
Con l’inizio della bella stagione la pista ciclo pedonale del lungo Adige diventa riferimento per numerose “categorie sociali” di persone, in bici o a piedi.
Tra i ciclisti, si va dal turista proveniente da lontano al bambino con le rotelle al seguito dei genitori, da chi si sposta per lavoro a chi si allena in maniera professionale, da chi pedala in modalità passeggio a chi invece lo fa guardando il panorama. Tra i pedoni chi corre allenandosi in resistenza, gruppi a passeggio, bambini con mamme anche con carrozzina, ecc.
La convivenza di dette categorie in un unico luogo, largo a tratti appena un paio di metri, comporta una necessaria tutela e norme certe per la prevenzione di incidenti.
Mi vengono invece costantemente riferiti accadimenti spiacevoli che si manifestano frequentissimi. Di fatto non esiste persona, di alcuna delle categoria descritte, che avendo usufruito della pista ciclabile dell’Adige, non abbia assistito, o subito (o causato), episodi di contenzioso a seguito di situazioni di pericolo.
La maggior parte delle spiacevoli e pericolose situazioni ha sempre come motivo scatenante la velocità e di conseguenza la bicicletta. Se è vero che la pista ciclo pedonale deve essere utilizzata tenendo la destra, sia a piedi ( a piedi secondo CdS e senza marciapiede è a sinistra) che in bici, è altrettanto vero che è compito del sopraggiungente più veloce il mettere in campo azioni preventive. Tali norme sono ambedue spesso disattese.
Ciò che accade spesso è che chi sopraggiunge in bici, ad alta velocità, instaura una gara di slalom nella quale a fare da paletti sono pedoni, bambini o ciclisti più lenti. La corsa ad ostacoli è di sovente accompagnata da urla e invettive e personalmente ho udito frasi ingiuriose urlate in velocità. Le risposte, di chi viene quasi investito, non mancano e la lite viene meno solo perché gli uni si allontanano dagli altri velocemente.
Non conosco la frequenza di incidenti ma immagino siano consistenti, vista la mole di traffico che si affida a tali comportamenti.
Ritengo dunque assolutamente necessario che a tale situazione si ponga rapido rimedio, prevenendo così sicuri incidenti, anche gravi.
Da professionista dello sport comprendo perfettamente che, chi pratica la bici ad ogni livello sportivo, abbia la necessità di allenamenti di “continuità” che mantengano determinate condizioni fisiologiche a lungo. Ciò comporta che un biker, che sopraggiunge a grande velocità, non “abbia voglia” di rallentare perché varierebbero le necessarie funzioni performanti e verrebbe meno lo scopo dell’allenamento stesso.
Tale necessità sportiva non può però generare frequenti situazioni di pericolo.
Credo pertanto che il citato slalom veloce vada assolutamente evitato e che chi cerca un allenamento lungo, di resistenza, debba scegliere i momenti in cui la ciclabile è libera. Sarà cura di chi si allena programmare, nei giorni di alta densità, allenamenti a “ripetizioni” in modo da non subire soluzioni alla preparazione, pur potendo rallentare e riprendere con frequenza la propria velocità.
Questa è la soluzione che propongo all’attenzione dell’Amministrazione.
Non stabilire limiti di velocità assoluti, ma ordinare che la limitazione della velocità avvenga sempre in presenza di soggetti più lenti, o ingombranti la pista ciclo pedonale stessa. Fissare tale limite a 10 Km orari (o meno), velocità che permette una sufficiente garanzia di manovra, o frenata sicura in caso di ostacolo imprevisto. In conseguenza e aggiunta stabilire la regola che la responsabilità sia comunque a carico del sopraggiungente a velocità maggiore.
In questo periodo l’amministrazione sta proponendo un innovativo e straordinario strumento di partecipazione democratica ai cittadini, per stabilire assieme le regole di convivenza comune. Il tema su proposto è assolutamente degno di tale confronto. Rimane l’urgenza di intervenire prontamente e dunque il tema, seppur possa e debba essere inserito in tale dibattito, necessita preventivamente di soluzione urgentissima.
Secondo tali premesse interrogo quindi l’Amministrazione rispetto a come voglia porre rapida soluzione alla problematica esposta.
Rovereto, 10 luglio 2016 Ruggero Pozzer
GIORNALI
Ho riscontrato grande interesse in merito all’interrogazione proposta sul tema della sicurezza sulla pista ciclabile dell’Adige. L’argomento ha suscitato tantissimi riscontri positivi a indicare quanto sia necessario intervenire nel merito.
Alcuni commenti, sui social networks, sono invece stati critici. Trascurando l’interesse di coloro che oramai puntualmente scrivono in maniera oppositiva, comunque e a prescindere, magari spesso da una posizione di anonimato, vale la pena rispondere a coloro che hanno sollevato puntuali critiche, anche decise e non sempre cortesi ma almeno costruttive.
Mi sento in dovere di evidenziare i contenuti del testo proposto che a volte risulta facilmente travisato da una lettura superficiale.
Prima di tutto il motivo scatenante tale proposta e che va evidenziato.
Non più tardi di qualche giorno or sono, sulla pista ciclo pedonale dell’Adige appena a nord di Borgo Sacco, assistevo al passaggio di una coppia di ciclisti, non agonisti ma a velocità elevata. All’incrocio con una signora che in quel momento non stava tenendo la mano al figlio di circa 5 anni, il primo dei due, senza frenare ma solo smettendo per un attimo di pedalare, imprecava verso la signora invitandola sgarbatamente a tenere la mano al bambino altrimenti la volta successiva gli sarebbe “passato sopra”.
E qui sorge il quesito. Chi è in torto?
Prima possibilità: Senza dubbio il torto è dalla parte della signora che non rispetta la regola del lasciare libero lo spazio e del prevenire incidenti tenendo la mano.
Seconda possibilità: Il ciclista, visto un bambino libero e per prevenire un incidente doveva comunque frenare salvo poi richiedere, magari cortesemente, il rispetto della regola al pedone.
Terza possibilità: Basterebbe un po’ di buon senso da entrambe le parti.
Quale è quella giusta? A mio parere lo sono tutte e tre!
La mia riflessione non riguarda il rispetto di regole che già esistono ma la lettura di ciò che invece succede regolarmente e che è ciò che ho descritto. Situazioni ripetute dove la prepotenza, mischiata al non rispetto delle regole e alla frequente mancanza di buonsenso, procurano continui contenziosi e pericoli.
Pertanto voglio tranquillizzare chi ha inteso una difesa dei pedoni sempre in mezzo. E’ un problema esistente e che va assolutamente educato e all’occorrenza sanzionato.
Voglio anche tranquillizzare coloro che ai 10 orari hanno paura di dover spingere la bici a mano. Il limite riguarderebbe solo la presenza anteriore di persone più lente di tale velocità. A pista libera ognuno può tranquillamente mantenere la velocità preferita.
Una bicicletta con a bordo un adulto a velocità media può uccidere un bambino o creare gravi danni ad un adulto.
Il buonsenso è spesso assente e le norme trasgredite da troppi.
Credo dunque che le amministrazioni esistano per evitare che tali pericoli si realizzino.
Se qualcuno ha proposte migliori, ma realizzabili nel rispetto di tutti i frequentatori delle piste ciclo pedonali, è ben accetto.