Bilancio amministrativo annuale – Intervento in Consiglio Comunale

 

 

In questa discussione di bilancio rilevo il poco interesse che il Sindaco rivolge al dibattito in corso.

Era fuori sala quando parlavo io due sere or sono, era fuori quando esponeva Gerola, Masera, Plotegher, Righi e Rasera. Questa osservazione vuole solo sottolineare lo svilimento dei principi espressi nelle linee programmatiche elettorali del candidato Sindaco Valduga che auspicavano la valorizzazione del Consiglio comunale. Erano evidentemente solo parole.1b

 

 

 

L’altra sera, per cercare di essere realista e non tacciato di avversione aprioristica ho esposto, citando puntualmente le pagine dove avevo raccolto i dati, la relazione dei revisori dei conti.

E’ una relazione preoccupante che evidenzia come questa amministrazione abbia utilizzato in maniera non conveniente le risorse economiche pubbliche. E a dirlo sono proprio i Revisori, professionisti del settore economico. Pertanto, quella che propongo, non può certo configurarsi come una critica solo politica, ma oggettiva.

Ricordo due aspetti prioritari già evidenziati che riguardano:

1) il debito pubblico che andrà a triplicare fino a oltre 900 euro pro capite pur in un momento di altissimo disagio sociale ed economico.povertà

 

 

 

2) l’andamento della spesa corrente che presenta l’incredibile aumento fino al 20,48% riferito alla previsione 2010 tanto che i revisori raccomandano il mantenimento sotto controllo della spesa corrente. Sembra proprio una raccomandazione politica oltre che tecnica.

L’Assessore Stiz ha raschiato il fondo, ha speso ogni risorsa possibile. Ha reso necessario vendere beni immobiliari per pagare i conti. E i debiti da mutui resteranno sulla groppa della Città per anni. Qui non si parla della stimabile persona Stiz che come tale apprezzo. Qui si parla della scelta politica di acquisire consenso, spendendo ogni risorsa pubblica.

 

Tanti soldi pubblici spesi per realizzare che cosa?

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La realizzazione che maggiormente ha segnato la società roveretana nell’ultimo anno è senz’altro l’eliminazione delle piste ciclabili e dei percorsi ciclabili abituali.

Una Città che si rivolge al futuro, un futuro che ambientalmente sembra ormai compromesso, si è espressa quest’anno con la cancellazione di ciò che ogni società civile, in maniera trasversale, giudica come una necessità e non più un’opzione.

La cancellazione della ciclabile di via Fontana ha lasciato un segno negativo forte sulla città come anche l’eliminazione del percorso su via Campagnole verso il ponte per Borgo Sacco. E’ una modalità assunta da questa Amministrazione quella di ragionare su sensazioni e non su che cosa è bene. Sensazioni senza logica che la portano da una parte ad eliminare le piste ciclabili utilizzate, per poi investire 85.000 euro per un percorso istruttivo ciclabile di 50 metri in un parco pubblico, dove invece in teoria le biciclette dovrebbero essere escluse. E’ una presa in giro palese ai ciclisti. Sembra dire: “Vi allontano dai percorsi cittadini ma se volete sfogarvi potete andare al parco a girare su voi stessi”.

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Va accolta con attenzione la sperimentazione sui 30 Km /h di velocità massima per i veicoli. La sottolineo perché la ritengo una scelta impopolare, una delle poche non sospinta da fini di consenso e valutata solo in funzione di una ricerca del benessere pubblico e dunque degna di attenzione. Credo che viaggiare a 30 Km/h sia fastidioso per l’automobilista medio, ma tale incomodo, se confrontato con il risvolto ai fini della sicurezza per pedoni e ciclisti, va senza dubbio sperimentato. Seguiranno poi le eventuali correzioni tarate alle oggettive necessità di ogni arteria viaria.

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Tanti gli stimoli in questi anni relativi alle politiche di contenimento energetico salvo poi ritrovarci, alla fine del percorso, con un dispendio negli edifici pubblici ancora esagerato e non corretto, nonostante i ripetuti stimoli da me formulati.

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Anche gli stimoli riguardanti la realizzazione di impiantistica solare sugli edifici pubblici sono lasciati in balia dell’intervento occasionale. Abbiamo addirittura una regolamentazione urbanistica che anziché evolversi conformemente ai tempi, mantiene una burocratizzazione eccessiva che giunge sino a vietare il posizionamento di impianti su alcuni tetti del centro storico.

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Una politica del rifiuto rimasta tale da anni se non per qualche positiva manifestazione sostenuta da circoscrizioni lungimiranti.

L’ultimo momento di miglioramento di questo importante comparto pubblico riguarda ancora l’assessore Nicoletti, della scorsa Amministrazione che con un contributo trasversale e condiviso da tutte le forze politiche, aveva tolto Rovereto da una situazione imbarazzante fondando il principio della raccolta differenziata.

Era da migliorare il sistema. Bisognava renderlo più qualificato. Bisognava lavorare con impegno per attuare politiche di convinzione, di motivazione e anche di controllo sul doveroso contributo positivo di tutta la cittadinanza.

Invece la realtà è che fuori dall’aula consiliare, luogo istituzionale che indirizza il percorso all’intera cittadinanza, non c’ è la possibilità di differenziare il multi materiale e così nella maggior parte delle strutture comunali. 

Nelle scuole roveretane, centri di formazione dei comportamenti della società futura, esistono solo i bidoni della carta ma quasi ovunque mancano quelli del multi materiale e dell’organico. E questa è anche una denuncia ed un argomento sul quale dovremo tornare presto.

Basta poi aprire un qualsiasi bidone condominiale per trovare un miscuglio inaccettabile, colpa di singoli e non di tutti e che è denunciato recentemente anche dal gestore del sevizio che deve frequentemente mandare in discarica intere partite di rifiuto, irrecuperabili alla differenziazione.

 

Rovereto è forse l’unico centro rilevante del Trentino a non avere ancora realizzato un centro raccolta materiali. In realtà era già pronto, progettato, localizzato in maniera condivisa, ma ancora una volta siete riusciti a disfare una valida realizzazione pensando di saper fare di meglio.   E dopo cinque anni siamo ancora senza CRM.

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Il tema degli animali è sotto gli occhi di tutti per le difficoltà di rapporto tra l’Amministrazione e gli addetti ai lavori. Esisteva un progetto condiviso di canile municipale fatto dalla scorsa Amministrazione. Una struttura prevista per dare conforto ad animali ed operatori che si occupano di questo servizio. Con la volontà del risparmio questa Amministrazione ha optato per un struttura che all’alba della sua inaugurazione viene definita dagli animalisti una “Guantanamo per animali e operatori”. E nonostante il fatto che l’ipotizzato risparmio preventivato, stia riavvicinandosi alla cifra prevista per il bel canile, programmato dalla Giunta Maffei.

Confido che l’attenzione dell’Assessore Zuccatti sia favorevole quantomeno al definire una gestione che corrisponde alle aspettative di chi, a Rovereto, considera un animale non solo un vincolo di legge da gestire. Ma non sembra l’indirizzo preso.

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In zona Zigherane esiste una discarica storica di materiale di rifiuto, anche pericoloso, per la quale erano iniziate le difficili procedure di avvio della bonifica. Nell’ultimo provvedimento di bilancio l’Amministrazione è riuscita persino ad andare a ritirare una quota consistente dei fondi, destinati a quella bonifica che subirà cosi un rallentamento.

 

 

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Intervenire adesso è tardi per rendersi conto delle difficoltà prodotte dalla puzza insopportabile nella zona sud ovest della Città. Mi chiedo perché non intervenire subito quando, ben un anno e mezzo or sono, io e D’Antuono denunciavamo la fastidiosissima presenza.

C’è stato poco o nullo interesse per il controllo di emissioni e scarichi in zona industriale.

Infine la motosega amministrativa, spesso rivolta a piante cittadine di pregio, completa un quadro, riferito ai temi ambientali, veramente poco edificante.

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L’Assessore Vaccari ha esordito annunciando che al Bosco della Città sono iniziati i lavori perché  questo polmone verde venga utilizzato. E’ stata una ferita al cuore per chi quel sito lo conosce molto bene e sa che quel sito era già positivamente utilizzato.

 

Il Bosco della Città in realtà, sta per essere snaturato dell’ enorme potenzialità che aveva fatto propria ormai da oltre dieci anni con la strutturazione, anche a livello agonistico, di una delle attività a maggior pregio ambientale, ossia la mountain bike. Era una attività che ben combinava anche l’utilizzo per sportivi di altro genere sui percorsi della salute e di coloro che semplicemente utilizzavano il sito per passeggiate nel verde.

Avevamo una società sportiva conosciuta a livello nazionale, la Arcobaleno Carraro team che aveva articolato dei percorsi che riuscivano a combinare lo sport con il rispetto massimo dell’ambiente, faceva tutela e controllo del sito in maniera gratuita e volontaristica, ma è stata scacciata a favore di un contestabilissimo intervento di strutturazione del sito, con finalità che non sembrano interessare al cittadinanza, oltre che costare ingenti risorse pubbliche. Verrà a mancare anche la possibilità di ospitare al bosco attività agonistiche, a livello internazionale che portavano lustro e turismo a Rovereto.

 

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Ma l’ Amministrazione sembra interessarsi di più allo sport nazionale. L’importante per questa Amministrazione è mandare gli atleti piemontesi, veneti e lombardi ben preparati alle prossime Olimpiadi di Vancouver, grazie ai sostegni offerti con i fondi economici roveretani.

 

 

 

Il confronto con le Circoscrizioni è stato difficile perché i Consiglieri di Circoscrizione sono rappresentanti dei rioni ed invece si sono ridotti sostanzialmente ad essere solo dei portavoce, dei comunicatori al popolo, di quanto già deciso ed imposto dall’Amministrazione. L’ascolto non c’è mai stato. La denuncia di assenza di interesse si realizza quest’anno con la bocciatura del documento di bilancio da parte di 5 circoscrizioni su sette.

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La 2, Rovereto Nord, promuove il bilancio. Riscontra positività nel lavoro della Giunta in relazione al PRG in via di approvazione (evidentemente è felice di vedere altri 200.000 mc su Rovereto), in relazione alla viabilità ( che non vedo dove sia cambiata al di la della sciagurata scelta di variante ovest), in relazione all’arredo urbano (immagino in relazione alla marmorizzazione di Viale Trento),  in relazione agli interventi per cultura e istruzione (forse in riguardo alle opere scolastiche intraprese dall’Amministrazione Maffei e giunte al termine in questa legislatura).

La 7, Noriglio, approva il bilancio con riserva rispetto a tre realizzazioni sulle quali la volontà circoscrizionale non è ascoltata.

La circoscrizione 1, Centro, denuncia la totale assenza dell’ Assessore competente. Denuncia una normale amministrazione senza qualità. Amministrazione bocciata.

La 3, Sacco-San Giorgio, denuncia di essere stata esclusa da qualsiasi previsione di interevento. Amministrazione bocciata.

La 4, Rovereto Sud, denuncia che il proprio lavoro, svolto con puntualità e precisione, non ha interessato la Giunta ed i numerosi verbali inviati all’Amministrazione, mai recepiti. Amministrazione bocciata.

La 5, Lizzana-Mori Ferrovia, esprime forte disagio per come è stato svilito il ruolo Circoscrizionale, con poca attenzione dimostrata ai problemi delle periferie. Ed elenca una lunga lista di obiettivi e richieste non recepite. Amministrazione bocciata.

La 6, Marco, ha dovuto subire le esternazioni del Sindaco che la accusava di aver manipolato l’assemblea al fine di condizionare il bilancio ai soli interessi del paese, senza curarsi dei temi di più ampio respiro. Temi a più ampio respiro che evidentemente riscontra solo lui. Amministrazione bocciata.

 

Il segnale che deriva dalla bocciatura da parte dei Consigli circoscrizionali del documento di bilancio è assolutamente significativo perché mette ulteriormente in rilievo il noto atteggiamento presuntuoso, espresso sin dall’inizio da questa Amministrazione nel confronto con qualsiasi soggetto, anche istituzionale.

Per fortuna, almeno i nostri Consiglieri comprensoriali hanno capacità di approfondimento, nel merito vero e non enfatico e trionfalistico sbandierato dalla Giunta.

grattacielo 

Gioca l’Amministrazione con l’urbanistica cittadina. Abbandona volontariamente al degrado la stazione ex autocorriere, salvo poi denunciarne il degrado stesso. Poi alla luce di una situazione divenuta, per causa sua insostenibile ed intollerabile, cala l’asso della riqualificazione di qualità. E che cosa è la riqualificazione di qualità. Cemento e cemento per 10 o 14 piani, poco differente 10 o 14, ingolfamento della  viabilità, scomparsa di uno spazio vitale, del salotto di Rovereto, caos.

 

Gioca l’Amministrazione con l’enfasi perequativa. La perequazione urbanistica non è una invenzione roveretana. E’ stata solo recentemente codificata in alcuni aspetti di procedura, casualmente solo poco prima dei disegni di Tomazzoni. Da sempre esiste la possibilità di attuarla. Già dieci anni or sono chiedevo, nelle mie prime commissioni urbanistiche, il perché non si creasse un sistema di “do se mi dai” rispetto ai beneficiari privati di miglioramenti urbanistici. Sistema assolutamente legittimo ai fini del bene pubblico. Mi dissero che era possibile ma non fu mai attuato. E non ho mai difeso quelle scelte della mia Amministrazione; ma almeno non erano precedute da dichiarazioni ipocrite di buon operato urbanistico.

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Voi avete preannunciato alla Città una nuova visione tutelante rispetto a situazioni precedentemente accadute. In realtà state presentando piani edificatori per centinaia di migliaia di metri cubi.

Ma entreremo nel merito di questa sconsiderata variante urbanistica quando sarà malauguratamente portata in C Comunale.

Fin d’ora non nascondo che contenga positività rispetto a definizioni urbanistiche relative a Piazzale Orsi e stazione treni. Ma questi sono in realtà degli specchietti per le allodole, irrealizzabili tranelli per portare al voto positivo le ulteriori, immediatamente realizzabili, speculazioni cementificatorie.

 

Sapete che non è quello che vuole il cittadino medio. Ed è per questo che avete paura della sua espressione. E’ per questo che siete riluttanti a favorire gli strumenti della partecipazione, iniziando dal boicottaggio del referendum e della mancata facilitazione al suo svolgimento.

 Devo riconoscere una grande capacità mediatica di presentare le vostre operazioni con grande sostegno dei mezzi di informazione che hanno puntualmente enfatizzato quanto avete trasmesso.

mediaticità

 

 

 

 

Avete costantemente criticato i quotidiani locali, quando invece hanno prioritariamente scritto paginate di lodi, incomprensibili, rispetto alle vostre iniziative. Frisinghelli dice che Sindaco non ama i giornali; è vero, non li ama e solo perché, poche volte, scrivono che qualche cosa non va.

 

Come altre volte non ho usato giri di parole per comunicarvi la mia insoddisfazione politica, ma come ho fatto con Assessore Stiz in precedenza, tengo a sottolineare che il mio agire non vuole assolutamente essere di tipo personale, ma solo politico, in quanto ritengo semplicemente che non siete fatti per governare perché non avete la capacità di accudire con attenzione ai bisogni della gente.

totò

 

 

 

 

Dichiarazione di voto.

 

Ho esposto numerosi richiami all’Amministrazione soprattutto su questioni economiche, ambientali ed urbanistiche. Ho rilevato ancora una volta sufficienza nell’ascoltare tali istanze, come peraltro succede purtroppo sin dall’inizio legislatura.

Rilevo ancora una volta le capacità da Re Mida del Sindaco quando trasforma in oro una delle gestioni urbanistiche peggiori mai viste a Rovereto. Non nei contenuti forse, ma sicuramente nello stravolgimento di intenzioni e promesse elettorali. Quando addirittura giunge a dichiarare che regalare l’ex Alpe ad un privato per costruirci un palazzone, dove la gente ha chiesto invece un parco, sia il bene pubblico, siamo al culmine del cattivo governo.

Sui temi socioeconomici assistiamo da una parte alla toccante dichiarazione dell’Assessore Spagnolli, nel merito alle debolezze e criticità economiche di tante famiglie roveretane e dall’altra si assiste però ad una spesa pubblica che supera ogni condizione debitoria, mai vista a Rovereto. E ciò con la prospettiva di affrontare un periodo economico tragico, con le tasche vuote.

Gli organismi di governo rionali, quelli che si rapportano giornalmente con la gente, quelli che tastano il polso alla gente, bocciano il bilancio.

Il gruppo dei Verdi Con Rovereto vota con la gente. Voto contrario.

bocciato

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Il futuro della scuola trentina in C Comunale a Rovereto

 

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Nella serata del 15 dicembre scorso, il Consiglio Comunale di Rovereto, ha ospitato l’Assessore provinciale all’Istruzione, alla quale ha formulato le preoccupazioni rispetto al nuovo assetto della scuola trentina, proposto dalla Giunta provinciale.

Successivamente, si è discusso l’argomento attraverso una mozione sul tema. La mozione, presentata da Alleanza Nazionale, chiedeva la sospensione della delibera provinciale e il suo ricollocamento su di un tavolo di confronto più ampio. La mozione veniva però bocciata.

 

Alcuni aspetti della serata

 

Trasformazione Istituti Professionali

La Dottoressa Dalmaso, nelle sue risposte, si è dichiarata favorevole ad un ulteriore coinvolgimento di docenti nella stesura definitiva degli assetti. Ha però inteso mantenere la linea di soppressione degli Istituti Professionali e della loro trasformazione in Tecnici. Non sono convinto della bontà di tale azione in funzione di quella che sembra diventerà una omologazione tra indirizzi scolastici.

Non convincente sembra anche la soppressione dell’indirizzo “Tecnico dei servizi sociali ” unico in tutto il Trentino, e che sembra dare risposte soddisfacenti nella realtà socio-economica locale.

Preoccupazione rimane anche in relazione alla dispersione scolastica che potrebbe evidenziarsi a seguito della soppressione degli Istituti professionali. E’ infatti noto, come a Rovereto, tale opzione appaia fondamentale nell’offerta formativa generale.

 

Istituti Tecnici con meno tecnica

Per quanto riguarda gli Istituti tecnici, preoccupa la riduzione delle materie tecniche e scientifiche  a favore, ad esempio, dell’italiano. La Assessora ha voluto evidenziare che è necessario anche per un tecnico sapersi esprimere correttamente. Rimane però il fatto che il raggiungimento delle competenze previste a livello nazionale, ad esempio per il  futuro “tecnico delle Costruzioni, Ambiente e Territorio”, debba essere prioritariamente quello tecnico. Se la scuola non può dare tutto deve però dare prioritariamente l’indispensabile.

 

Non c’è educazione senza educazione fisica

Non convince poi la tesi espressa dalla Assessora rispetto alla riduzione o non aumento dell’offerta per l’educazione motoria.

La Dott.ssa Dalmaso afferma che si stanno promuovendo con risorse aggiuntive tutta una serie di iniziative al di la delle ore curricolari. Dichiara che nel quinto anno superiore l’educazione fisica non si fa perché gli alunni pensano alla maturità e si giustificano o si esonerano. Infine dice che i ragazzi grandi possono autogestirsi la pratica sportiva. Sono tesi già sentite che svalorizzano la materia come fondamentalmente indispensabile allo sviluppo educativo proprio per la sua obbligatorietà all’interno del percorso formativo. Non si può delegare la corretta crescita dell’individuo ad esperienze extracurricolari. Infatti la mancanza di obbligatorietà si risolve solo con il coinvolgimento di alunni inclini alla materia e che spesso già la praticano autonomamente. Tale atteggiamento trascura invece i più deboli e meno portati, ossia coloro che hanno assoluto bisogno dell’intervento motorio ma non lo cercano. Il Consiglio d’Europa e l’Organizzazione Mondiale della Sanità richiedono un aumento delle ore di educazione motoria scolastica che rimane invece ai livelli europei più bassi.

A seguire è possibile ascoltare le seguenti registrazioni:

1)    Le domande che ho formulato all’Assessora provinciale all’Istruzione.

2)    La risposta della Assessora alle mie domande.

3)    L’intervento in merito alla Mozione di sospensione della delibera provinciale e la riapertura del confronto.

4)    La mia dichiarazione di voto sulla mozione.

Al seguente indirizzo è possibile scaricare la registrazione dell’intero Consiglio Comunale: http://www.comune.rovereto.tn.it/area_istituzionale_audio_sedute.jsp?ID_LINK=990&id_context=7674&page=79&area=96&id_context=7674

1 DOMANDE A ASS. DALMASO

2 RISPOSTA ASSESSORE

3 INTERVENTO MOZIONE

4 DICHIARAZIONE DI VOTO

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Gestione canile a Rovereto: domanda di attualità

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Al Presidente del

Consiglio comunale

di Rovereto

 

Domanda di attualità all’Amministrazione

Gestione canile municipale

 

Si viene informati del fatto che la prossima settimana potrebbe essere decisiva per l’affidamento in gestione del nuovo canile municipale.

Tale gestione sembra indirizzata verso un gestore proveniente da realtà extracittadine ed extra regionali.

Rovereto è ricca di gruppi ed associazioni animaliste che sarebbero in grado di gestire al meglio il canile. Tali associazioni, per localizzazione ed esperienza sul territorio, sono molto vicine al mondo animalista locale ed attente ai suoi bisogni, conoscendone bene origine e valenza.

Tale ricca compagine animalista locale, pur nella sua ricchezza, sembra destinata ad essere trascurata dall’amministrazione come possibile gestore.

E’assodato il fatto che il bando di gara è andato deserto per l’insufficiente entità del rimborso economico, rispetto alle pretese di gestione. In tal senso non si comprende la logica per cui, una gestione ritenuta economicamente insostenibile dalle associazioni locali, diventi appetibile per chi provenendo da fuori regione, deve ulteriormente farsi carico dei costi di trasferimento. Ciò anche relativamente al fatto che il gestore non potrà aprire convenzioni con altri comuni, essendo tale evenienza non compresa nelle norme di contratto determinate nel bando di gara, andato deserto e non modificabile in affido diretto.

Non si comprende inoltre come, a fianco delle recenti enfatiche dichiarazioni della Giunta in merito al sostegno operato verso le aziende locali, si operi poi una delega ad entità extraregionali e soprattutto per la gestione di una struttura a forte coinvolgimento sociale.

 

 

Si chiede dunque che tipo di facilitazioni verranno proposte, rispetto ai vincoli di bando, per giungere all’affido diretto del canile ad una organizzazione extraregionale.

Si chiede inoltre quale tipo di preconcetti negativi sono rivolti alle associazioni locali che sembrano aprioristicamente escluse da tale affido.

Ed inoltre si chiede se non si ritiene che l’affido ad estranei del canile municipale non possa dare origine a spiacevoli contrasti tra i gestori ed il mondo animalista locale che nonostante l’impegno pluriennale, viene di fatto estromesso.

Ancora se non ritiene che le dichiarazioni di sostegno alla realtà locale, espresse di recente dalla Giunta, non si scontrino platealmente con tale volontà dell’amministrazione di escludere le organizzazioni locali da questa gestione.

 

Rovereto, 17 dicembre 2009                                  Ruggero Pozzer

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Animali, animalisti e canile a Rovereto

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Il canile di Rovereto sta facendo discutere e preoccupare le Associazioni protezionistiche degli animali.

L’amministrazione comunale ha recentemente presentato un bando per la gestione della struttura, ma nessuno si è presentato. Ascoltando le varie associazioni si recepisce che il problema sta nei termini economici dell’appalto. Con una cifra di poco superiore ai 70.000 Euro annui, come quella offerta dal Comune di Rovereto, non si possono accondiscendere le numerose richieste iscritte nel bando di gara.

Con tale cifra si impone che il gestore assuma due dipendenti, abbia disponibilità in ogni momento di un veterinario, prenda in carico numerose incombenze burocratiche, paghi luce, gas e acqua, acquisti un mezzo di trasporto animali omologato per lo scopo, curi le manutenzioni della struttura, acquisti cibo, medicine e quanto serve per gli animali ecc.

Saremmo dunque di fronte ad un tentativo di economizzare sulla pelle degli animali e degli animalisti che lamentano la poca attenzione al loro impegno. E’ infatti da considerare che al canile di Rovereto hanno sempre prestato servizio numerosi volontari, animati solo da amore per gli animali. Tali volontari non ammettono che il loro impegno venga considerato come una opportunità lucrativa per l’amministrazione. Affermano che il volontariato non deve essere confuso con la gestione della struttura ma come un servizio accessorio teso solo a migliorare il benessere degli ospiti al canile. Ciò significa che un volontario deve recarsi al canile per accarezzare, giocare e passeggiare con gli animali. Della gestione, pulizia, manutenzione deve invece occuparsi personale impiegato e remunerato per tali incombenze. Ma con la cifra proposta, nessun amico degli animali si è sentito di garantire un simile impegno.

Gli animalisti lamentano anche di non essere stati coinvolti nella progettazione della struttura. L’amministrazione del Sindaco Maffei aveva progettato una struttura più grande ed adatta ad ospitare un numero maggiore di animali. Erano presenti maggiori strutture coperte anche a vantaggio di chi nel canile deve lavorare d’estate ma anche d’inverno. I box dei cani erano di dimensioni adeguate e razionalmente distribuiti.

Con l’avvento della nuova amministrazione si è proceduto alla revisione del progetto con l’intenzione di operare un risparmio. Le dimensioni e la capienza della struttura sono state ridotte cosi come la disponibilità di spazi coperti. Lamentano le associazioni che chi lavorerà al canile avrà ampi spazi aperti da percorrere ogni giorno sotto il sole e la pioggia. Le disposizioni degli spazi sono poco rispettose dei bisogni etologici. Ad esempio l’area di sgambamento sarebbe  a ridosso delle gabbie e quindi esposta ai frequenti contenziosi tra animali. Le gabbie stesse sono di minima dimensione, adatte solo a cani di piccola taglia e talmente strette da non permettere l’inserimento di cucce, costringendo le bestiole a dormire per terra. Le porte e strutture di lamiera economica, sarebbero poi delle casse armoniche che al latrare dei cani amplificherebbero il rimbombo, rendendo nervosi gli animali. Le separazioni previste tra gabbie sarebbero poi di altezze troppo ridotte e permetterebbero il loro scavalco.

Una tale situazione ha permesso agli animalisti in visita di paragonare la struttura ad una “Guantanamo for dog”.

Per quanto riguarda il risparmio ipotizzato dall’amministrazione si sottolinea che ad una previsione iniziale di 700.000 € si è passati ad una cifra che raggiungerebbe il 1.170.000 € per una struttura che necessiterà presto di ulteriori migliorie. Un simile aumento di spesa non si spiega con i normali aumenti in corso d’opera, ma si configura con una preventiva sottostima, forse volutamente affermata per motivi demagogici e politici (noi siamo i più bravi!), salvo poi manifestarsi nella sua inconsistenza in termini razionali.

Le contrapposizioni descritte, sia per la realizzazione della struttura che per la sua gestione, mettono in evidenza una grande necessità.

Bisogna che ad uno stesso tavolo si siedano finalmente amministratori ed associazioni animaliste affinché la questione non venga liquidata, come una scomoda incombenza dagli uni ed una continua rivendicazione dagli altri, ma che assecondi la necessità di razionalizzare la spesa pubblica con la possibilità di accudire degnamente gli animali. Ciò è possibile, alla fine basta solo parlare e confrontarsi.

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Tagli piante monumentali della Città di Rovereto

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Questa l’interrogazione presentata il 9 ottobre scorso a seguito degli improvvisi abbattimenti di piante monumentali nei giardini di piazzale Orsi

 

Al Presidente del

Consiglio Comunale

di Rovereto

 

Interrogazione a risposta scritta

Fermiamo la distruzione del patrimonio arboreo della Città

 

Nei giorni scorsi altre quattro piante di alto fusto sono state tagliate. Si tratta principalmente di un Cedro (credo della specie Deodara) che da decenni ornava ed ombreggiava il giardino pubblico di Piazzale Orsi di fronte alla stazione dei treni. Assieme a questa bellissima pianta di 20 metri, i lavori di rifacimento del parco pubblico hanno richiesto il taglio di un Platano maestoso che fregiava da tempi remoti l’ingresso di Rovereto. Altre due piante che abbellivano il retro del bar sulla rotonda stradale hanno subito la stessa sorte.

Ancora una volta le operazioni di taglio inaspettate ed improvvise hanno portato allo sconforto ed alla rabbia numerosi cittadini impotenti davanti alla procedura scelta dall’Amministrazione.

Ancora una volta sono indecifrabili le motivazioni che spingono l’Amministrazione cittadina ad operare con facilità l’eliminazione di piante di alto fusto che hanno accompagnato per tempi immemori l’estetica di Rovereto.

Non credo possano essere invocate motivazioni ricondotte alla mancanza di salubrità delle piante perché queste si presentavano in ottime condizioni come testimoniano anche i resti dei ceppi.

Ancora più incredibile il fatto che queste piante sono state tagliate in un parco, dove oltre a non dar fastidio a nessuno, arricchivano notevolmente questa macchia di natura in un luogo fortemente trafficato della Città.

Questi tagli sono successivi a numerosi altri condotti dall’Amministrazione cittadina e da privati a Rovereto negli ultimi mesi. Solo una settimana fa veniva falciato un altro maestoso Cedro in viale Verona e pochi mesi fa i taglialegna abbruttivano con numerose soppressioni la Via Cavour e la Via Benacense

Si interroga quindi il Sindaco e la Giunta per conoscere le motivazioni di tanto dispregio nei confronti dell’alberatura roveretana e se intende proseguire ulteriormente con questa irragionevole procedura di eliminazione di piante dall’enorme valore estetico, ambientale e storico.

Si chiede risposta scritta solo in via informatica per limitare l’uso di carta ed il conseguente ulteriore taglio di piante.

Rovereto, 9 ottobre 2009                                              Ruggero Pozzer

 

 

 Copia di risposta tagli-0

 Copia di risposta tagli-1

 2009.11

 

 

 

 

Ulteriori considerazioni

Questa risposta dell’Amministrazione non può soddisfare.

IASMA (Ist. Agrario San Michele all’Adige)  viene sempre interpellato e dà sempre pareri che dimostrano problematiche fitosanitarie.

D’altra parte è noto che le piante, come gli esseri umani, si ammalano.

I platani di Piazzale Orsi risultano, anzi risultavano, avere ridotti accrescimenti e qualche disseccamento e riscoppi del fusto. Sono normalissime condizioni che si evolvono con la scarsità di manutenzione, nutrizione ed idratazione.

Il cedro presentava solo disseccamento del cimale che è purtroppo una delle conseguenze dell’acidità meteorica alla quale le conifere sono molto più sensibili rispetto alla latifoglie. Secondo la consulenza di IASMA, la pianta sarebbe morta in poco tempo ma due anni dopo, la scorsa estate ha fatto la sua bellissima figura e si è mostrata in tutto il suo splendore. La generica sensibilità delle conifere alle piogge acide non può comunque risolversi con l’abbattimento sistematico, almeno sino a quando non si rivelino problemi evidenti riguardanti la sicurezza. Che in questo caso non c’erano.

Le piante come gli esseri umani si possono curare. Tutte le piante come tutti gli esseri umani possono ricevere assistenza sanitaria e nella maggior parte delle situazioni tale assistenza ha riscontro positivo.

Se così non fosse dovremmo sostituire i nostri vigneti e frutteti annualmente. Perché tutte e ripeto tutte le piante di melo e le viti si ammalerebbero immediatamente se non ricevessero cure periodiche.

Credo che l’approccio dell’Amministrazione con IASMA sia da migliorare. Non si deve chiedere solo lo stato fitosanitario ma è necessario chiedere le modalità per la preservazione e la cura. Ed attuarle.

La commissione edilizia, citata per via dell’assenso all’operazione, non può essere capro espiatorio. E’ una commissione tecnica che risponde solo in conformità alle norme ed agli strumenti urbanistici. Norme e strumenti che sono scelte politiche come è politica la scelta di abbattimento del patrimonio arboreo.

Le piante tagliate in Piazzale Orsi avevano assunto una valenza storica. Credo avessero superato entrambe le guerre ed hanno accompagnato Rovereto nella sua rinascita economica. Adesso in pieno benessere ce ne sbarazziamo con facilità.

Non può e non deve essere così. Mi risulta una facilità estrema nelle decisioni di procedere con i tagli e mi risulta una presentazione delle intenzioni su Piazzale Orsi esibita alla Circoscrizione in maniera spiccia e forse carente di tutti i risvolti.

Il patrimonio storico che a Rovereto non risulta essere censito e questa è forse una condizione che promuove con facilità tali drastici abbattimenti di monumenti arborei. Anche con la conoscenza viene ad instaurarsi un miglior rispetto per ciò che si possiede.

Sarà dunque necessario:

1)    Stilare un nuovo mandato a IASMA nel quale oltre allo stato sanitario vengano puntualmente richieste le modalità di cura e manutenzione da attuarsi affinché il patrimonio arboreo cittadino venga mantenuto nella sua interezza.

2)    Valorizzare il patrimonio arboreo cittadino, iniziando dal suo censimento e valutazione individualizzata, descrittiva e fotografica, da pubblicarsi successivamente sul sito istituzionale a conoscenza e stima da parte della popolazione.

Ma soprattutto ribadire la logica del rispetto e dell’amore per la natura.

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Mercatino di Natale: Bello, ma nel posto sbagliato

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Ieri pomeriggio ho ricevuto la seguente lettera da una Signora che non ha apprezzato il mio intervento sul posizionamento dei mercatini natalizi.

La trasmetto tal quale, salvo l’anonimato, con la risposta che le ho inviato.

 

Lettera

 

Oggi ho visitato i mercatini da lei contestati,contrariamente a quello che lei dice ho goduto anche del posto in cui sono stati posizionati,finalmente anche il c.so Rosmini è coinvolto come un tempo alla passeggiata,non ho notato invece la difficoltà dei mezzi che devono semplicemente girare intorno alla fontana per immettersi in v.le dei Colli ….sai che difficoltà!!!

Abituarsi ad assaporare una città senza macchine dovrebbe rappresentare una stimolante occasione per riflettere sull’uso degli spazi del cuore della città…buon Natale  senza polemiche inutili XXXX

 

Risposta

 

Gentilissima XXXX,

la ringrazio innanzitutto per avermi espresso direttamente le sue perplessità. Sono così ormai abituato a ricevere critiche “dietro la schiena” che apprezzo sinceramente chi non è ipocrita e si espone con rispetto dicendo ciò che pensa, anche se in disaccordo.

D’altra parte mai ho pensato di essere il custode della verità ed è soprattutto per mezzo del confronto che esprimo le mie opinioni.

E’ proprio il confronto con numerosi cittadini che mi ha costretto all’intervento che conosce.

Per chiarire bene la questione voglio innanzitutto esprimere il mio personale apprezzamento per il mercatino natalizio.

Il mercatino di Natale sul Corso Rosmini è bello. E’ una iniziativa credo al di sopra delle possibilità di Rovereto (lei sa quanto costa?), ma senza dubbio bello è coinvolgente.

Se ha avuto modo di leggere bene i miei dubbi saprà che la mia critica è rivolta solo e soltanto al suo posizionamento. Ho passato le giornate di ieri e l’altro ieri a confrontarmi con cittadini che per motivi di lavoro o di faccende personali utilizzano tutti i giorni e più volte al giorno il passaggio di Corso Rosmini. Sono centinaia se non migliaia le automobili che sono costrette ogni giorno a transitare dal Corso, perché il Corso (e sono d’accordo che può anche non piacerci) è senza alternative un collegamento tra una strada provinciale ed una statale. L’alternativa, come avrà potuto rilevare, consta in un allungamento notevole del percorso e dei tempi necessari. Giovedì sera, anche a causa del semaforo e dell’incrocio di flussi di veicoli in Piazza, si è assistito al blocco totale della circolazione. Non le dico le maledicenze espresse da chi, dopo una giornata di lavoro, si è trovato imbottigliato nel traffico, impossibilitato a raggiungere casa. Immagino che la sera, o in orari poco trafficati, non si creino tali attese, ma rimane il fatto che le centinaia o migliaia di cittadini che risiedono in Viale dei Colli, a Noriglio e Terragnolo siano costretti a disagiati percorsi alternativi e non solo “semplicemente a girare intorno alla fontana”.

Credo anche che andando a spulciare la normativa, si potrebbero forse avanzare ipotesi di reato in funzione ad interruzione di pubblico servizio.

Ma perché tutto questo?

Unicamente perché l’Amministrazione roveretana ha imposto una scelta, senza confrontarsi e senza valutare le alternative. Tale critica è stata espressa in consiglio comunale anche da un consigliere appartenente alla stessa maggioranza, senza sortire alcun che.

Non sarebbe stato bello il mercato nel centro storico? O nelle Piazze ex autocorriere e Posta? O in Corso Bettini? O in Via lungo Leno? Tutti posti dignitosi, appropriati per creare una atmosfera altrettanto coinvolgente ma soprattutto dove non si sarebbe infastidito alcuno, come in Piazza Fiera a Trento. Una azione più propositiva di questa penso sia impossibile, ma anche la mia pro positività si scontra con una Amministrazione incapace al confronto.

Mi creda che ambirei sinceramente ad una chiusura al traffico di molte strade a Rovereto, ma senza integralismi e con la coscienza di chi sa che l’odiata automobile è pur sempre un mezzo ancora purtroppo indispensabile, per il lavoro e gli impegni di tutti noi.

Ringraziandola per il suo scritto, ricambio un sincero augurio di Buon Natale.

Ruggero Pozzer

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Montecatini e area Casotte: che si fà?

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 Del futuro della Montacatini e dell’area Casotte si parla da tanto,tanto tempo.

E’ un problema che non riguarda solo Mori ma tutta la Vallagarina che non può più permettere la presenza in quelle condizioni di un simile residuato urbanistico.

La Presidente del Consiglio Comunale di Mori ha convocato una seduta aperta a tutti per discutere l’argomento alla presenza dei relatori più qualificati.

 

RIUNIONE  DEL  CONSIGLIO  COMUNALE

 

Il Presidente del Consiglio

 

Visto l’art. 34 – I comma – del Regolamento del Consiglio comunale

 

r e n d e    n o t o

 

di aver convocato il Consiglio comunale

 

ai sensi dell’art. 40 –I comma- del Regolamento del Consiglio

 

 

per il giorno  MARTEDÌ 1 DICEMBRE 2009 – ore 20,00 in ADUNANZA APERTA

presso l’Auditorium comunale di via Scuole

 

in seduta pubblica di prima convocazione, per la trattazione del seguente argomento:

 

“ Quale futuro per l’ex Montecatini e l’area Casotte”

Interverranno i Signori:

AVV. ALESSANDRO OLIVI Assessore prov. all’Industria

DOTT. ALBERTO PACHER Assessore prov. all’Ambiente

ARCH. ARVERIO CAMIN Responsabile del Progetto Speciale P.A.T. “Recupero ambientale e ur-banistico delle aree industriali”

ING. GIANNI BALDESSARI Direttore dell’Area tecnico-economica di Trentino Sviluppo s.p.a.

DOTT. FLAVIO TOSI Vice Presidente di Trentino Sviluppo s.p.a.

DOTT. DIEGO LANER Consigliere delegato di Trentino Sviluppo s.p.a.

LA CITTADINANZA E’ CORDIALMENTE INVITATA

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

Elena Berti

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Al Presidente del

Consiglio Comunale

di    Rovereto

 

Mozione – Evitare  disagi nelle manifestazioni cittadine.

Era previsto e si sta avverando. L’assurda localizzazione del mercatino di Natale posto sul Corso Rosmini ha già provocato seri intasamenti stradali. Ieri sera alle 17.30 la Piazza è rimasta completamente bloccata per diverso tempo, sino a quando un bravo vigile urbano, non senza difficoltà, ha sbrogliato il problema.

Il mercatino durerà oltre un mese e ciò significa che per questo lunghissimo tempo il naturale collegamento tra la Strada Provinciale per Noriglio, Terragnolo e Folgaria e la Statale del Brennaro sarà bloccato.

Numerose e generali le proteste che ricevo da cittadini che scendendo da tutte le frazioni e paesi, utilizzano giornalmente il Corso per recarsi al lavoro o a sbrigare le loro faccende e devono ora perdere diverso tempo sui percorsi alternativi.

Certo sarebbe bello che il Corso Rosmini diventasse per sempre zona pedonale, il salotto di Rovereto, ma ciò non è possibile sino a quando non sarà prevista una viabilità alternativa. Questa forzatura è oggi assolutamente illogica considerato che obbliga gli automobilisti a percorsi alternativi improponibili per lunghezza, aumento dei tempi di percorrenza e nuovo impatto su arterie minori, non adatte ad un ulteriore aumento di traffico.

Esaminando in particolare i tempi di presenza degli autoveicoli in Città che sui percorsi alternativi verranno almeno raddoppiati, preoccupa l’accrescimento del grado di inquinamento da scarichi di combustione che avviene proprio nel periodo invernale, particolarmente  sensibile agli accumuli di polveri sottili nell’aria che respiriamo.

Dal punto di vista della sicurezza oltretutto, si viene ad impedire sul Corso il passaggio di autoambulanze e mezzi di soccorso che nel caso fossero chiamati per un intervento lungo la Via dei Colli avrebbero grosse difficoltà a raggiungere la meta.

Si poteva fare diversamente? Si.

La prima alternativa sarebbe stata quella di creare un “villaggio natalizio” nella piazza della ex stazione autocorriere, coinvolgendo anche lo spazio sino a Piazza Posta compresa ed eventualmente anche la metà più prossima della Via Don Rossaro. Si sarebbe utilizzata l’area più logica perché assolutamente priva di qualsiasi disturbo per chiunque. E’ lo spazio più idoneo per questo tipo di manifestazioni ed in tal senso va preservato in futuro dall’ assurda prospettiva che venga edificato con un grattacielo.

Altra alternativa poteva essere quella di Via Lungo Leno, via secondaria ma centrale che con la passeggiata sul torrente addobbata a festa avrebbe offerto un particolare fascino. Anche questa idea, illustrata in Consiglio comunale dal consigliere Frisinghelli come alternativa possibile, non è stata presa in considerazione.

Il centro storico, con le sue vie già pedonalizzate, sarebbe stato, come da sempre, il luogo principe per abbinare il momento di festa con l’apprezzamento della sua bellezza.

Ultima possibilità, non meno interessante è il Corso Bettini. La sua pedonalizzazione, già sperimentata, non provoca gravi disagi ed inoltre avrebbe valorizzato, in veste turistica, il museo di arte moderna.

Anche lo stesso Corso Rosmini sarebbe eventualmente utilizzabile, posizionando le casette rivolte verso il marciapiede e riservando la carreggiata al traffico dei veicoli almeno nelle ore lavorative della giornata.

Tante dunque le soluzioni che a distanza di un mese dal Natale possono ancora essere attuate nel rispetto dei criteri evidenziati.

Si impegna quindi l’Amministrazione ad eseguire le seguenti disposizioni:

1)    Correggere immediatamente l’impostazione logistica del mercatino di Natale di quest’anno utilizzando una delle modalità descritte.

2)    In subordine al punto 1) ad evitare in futuro qualsiasi chiusura del collegamento viario di Corso Rosmini se non per un massimo di due manifestazioni all’anno da svolgersi nel fine settimana.

 

Rovereto, 27 novembre 2009                                  Ruggero Pozzer

                                                                                                Donata Loss

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Natale roveretano: la Città in ginocchio

 

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Rovereto in ginocchio ma non di fronte al presepe dell’Avvento natalizio.

Rovereto in ginocchio per l’ultima trovata dell’Amministrazione.

 

Oggi 26 novembre, ore 17.30, Piazza Rosmini appariva irrimediabilmente intasata di autoveicoli bloccati e con il consueto concerto di clacson ad allietare la situazione. Solo l’intervento di un bravo vigile urbano riusciva a sbrogliare l’ennesima bufala viabilistica inventata a Rovereto.

“Dove si può fare un mercatino natalizio della durata di oltre un mese?”

La gente radunata a vedere il blocco stradale ha intavolato un interessante confronto.

“Nel Centro storico?” dice Marco. “Lungo Via Lungo Leno come proposto dal Consigliere Frisinghelli?” aggiungo io.  “Nella Piazza ex autocorriere coinvolgendo Piazza Posta in un unico comparto natalizio?” afferma Giovanna.

No, troppo semplice, e poi ….. non darebbe fastidio a nessuno. E’ meglio bloccare per oltre un mese il collegamento tra la strada provinciale per Noriglio, Terragnolo e Serrada e la Strada Statale 12,” affermano tutti con sconsolata ironia.

Ed il dibattito prosegue:

“Ma è il collegamento usato tutti i giorni da centinaia, se non migliaia di persone per recarsi a lavorare e per ogni spostamento?

E se una ambulanza deve salire con urgenza sul Viale dei Colli come deve fare?

Non si può fare diversamente?”

No, Sala ha deciso così, già da diversi mesi,” dichiara una signora.

Ma chi è questo Sala?” chiede un signore. “E’ il vicesindaco” risponde Paola.

Ma chi è che l’ha votato?” chiedono tutti.

Booooh!!”

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Avrete sentito che un emendamento introdotto in Senato alla recente finanziaria prevede la messa in vendita di quei beni confiscati alle mafie che non si riescono a destinare entro 3 o 6 mesi. Un tale sciagurato emendamento rischia di compromettere seriamente quella che in Italia è uno degli strumenti più efficaci per il contrasto (sociale e non) alla criminalità organizzata: la Legge 109/96.

Vi chiedo dunque di firmare l’appello lanciato da “Libera”, per far sentire ancora una volta la voce di quella società civile che crede nell’antimafia e che ancora (nonostante tutto) crede nei valori dello Stato.

http://www.libera.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1780

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