Natale e contrapposizioni

Comunicato stampa del 6 dicembre 2008

 

Contrapposizioni natalizie

 

Continuo a vivere come ingiustificabile l’Amministrazione nel suo rimprovero ai parroci cittadini.

I sacerdoti hanno ricordato la tristezza della condizione economica di tanti roveretani e come ciò sia in contrasto con il facile utilizzo di soldi pubblici per iniziative natalizie quantomeno discutibili.

Qui la questione non è centrata sulla laicità delle istituzioni. Non c’entra nulla la connivenza tra fede e politica. Non abbiamo assistito ad una richiesta di devozione. Non abbiamo visto preti chiedere alla politica di inchinarsi.

Abbiamo sentito solo l’ammonimento di chi per scelta di vita ha voluto stare vicino ai più piccoli, ai più bisognosi, a coloro per i quali il Natale è forse solo un momento difficile dell’anno.

La difficoltà dell’amministrazione roveretana ad accettare critiche è oramai ben nota ma è quantomeno fastidiosa se questa giunge fino a rimandare al mittente una richiesta di attenzione ai deboli. Soprattutto se questa giunge dai parroci roveretani.

Stessa contrapposizione ho vissuto l’altro ieri sera presso la Campana dei Caduti alla conferenza sul Natale proposta da Don Marcello Farina, con la presenza del Sindaco Valduga.

Esempio di coinvolgimento il ragionamento del sacerdote con evidente la sobrietà e la sapienza di chi sa trarre l’essenza delle cose riportando estremi diversi, il sacro ed il profano, il teologo ed il filosofo laico. Padre Farina cita Simone Weil interprete dell’universalismo religioso che sostiene la verità in ogni religione. 

Una offerta di apertura che non si ferma all’ecumenismo ma va oltre e ricerca la verità nelle differenti visioni.

Esempio di autoreferenzialità invece la presentazione del Sindaco immediatamente pronto a tuonare contro la rappresentanza nella Consulta provinciale degli studenti. Secondo il Sindaco i giovani dovrebbero dimenticare gli interessi propri della loro età ed adeguarsi alle tante offerte culturali che lui impone a Rovereto. L’atteggiamento di chi è sempre nel giusto è poi proseguito con la critica ala stampa locale rea di aver sostenuto le giuste osservazioni dei giovani, dimenticati nelle offerte del Comune.

E tra le tante offerte che l’amministrazione impone alla città “godiamoci” in questi giorni il Natale dei Russi da 225.000 Euro.

Il Natale di Caritas, dei bisognosi e dei giovani può stare in attesa e non deve impicciarsi.

 

Ruggero Pozzer

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Natale Russo

Al Presidente

del Consiglio Comunale

di Rovereto

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Domanda di attualità

 

 

La prevista manifestazione del Natale Russo sta risultando fallimentare per la Città. Le persone incontrate in centro città in questi giorni mi denunciano la perplessità riguardo ad incomprensibili corrispondenze culturali e alla povertà delle offerte.

All’ affermazione riguardo agli ingenti costi erogati per tali esibizioni la gente rimane logicamente scandalizzata.

L’incapacità organizzativa ha avuto come conseguenza che figuranti russi assoldati per le iniziative di piazza rimanessero bloccati in patria per mancanza del visto di uscita.

Il palco dell’auditorium Melotti è stato bucherellato dalle lame del lanciatore che si esibiva per pochi intimi.

La statua del Nonno Gelo abbandonata a disposizione dei vandali è stata distrutta.

Tutto questo sotto gli occhi dei roveretani alla ricerca di un senso logico a tutto ciò.

La fallimentare iniziativa presa dall’Amministrazione senza il coinvolgimento delle categorie roveretane sta dando i suoi risultati negativi e ciò è reso ancor più inaccettabile  per le ingenti somme di denaro pubblico investite per questo insuccesso natalizio.

 

Si chiede di conoscere dettagliatamente per singola voce quanto speso dell’Amministrazione, direttamente o indirettamente tramite propri collaboratori, per tale Natale Russo roveretano.

Si chiede a chi verrà imputata la responsabilità circa la carenza organizzativa che ha impedito a prestatori d’opera di giungere a Rovereto per mancanza del visto di ingresso in Italia.

Si chiede se tale insuccesso dell’iniziativa decisa personalmente dall’Amministrazione non comporti l’obbligo di fare un rapido esame di coscienza che porti a coinvolgere,  per l’organizzazione e la conduzione di iniziative future, le locali categorie economiche e sociali.

 

Rovereto, 15 dicembre 2008                            Ruggero Pozzer

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Divieto di dissenso

 

 

Alle provocazioni è possibile perdere la pazienza oppure rispondere con tono moderato e ricorrendo essenzialmente ai fatti.

La cronaca del Consiglio Comunale di ieri sera, rivista con la tranquillità offerta da una notte di sonno, fa sorridere amaramente per il modo in cui si cerca di stravolgere i fatti.

Il corretto rapporto tra un Sindaco ed un Capogruppo consiliare di minoranza dovrebbe essere ricondotto alla normale divergenza politica e nel rispetto di norme comuni democratiche che il Consiglio Comunale prevede persino scritte all’interno del suo Regolamento.

Ho ricevuto offese che ledono la mia rispettabilità, lanciate da un Sindaco che intende il Consiglio Comunale come un luogo di autocelebrazione e dove troppo spesso non sono ammesse contrarietà, ma io non credo che lo denuncerò. Non ho il bisogno di sfogare rancori appellandomi alle norme legali. La mia convinzione è essenzialmente quella della oggettiva lettura dei fatti alla quale ogni singolo opinionista può rifarsi per la corretta interpretazione della realtà.

Chi vorrà potrà semplicemente aprire il sito internet del Comune e scaricando la registrazione del Consiglio Comunale del 15 ottobre scorso udirà in maniera chiara come Guglielmo Valduga intende il rispetto democratico.

L’audizione potrà dar conto di come liberamente il Sindaco interviene gridando ed interrompendo illecitamente più volte il relatore.

Chi ascolterà la serata al tempo di registrazione 2h 20’ 37” potrà intendere chiaramente come alle mie valide osservazioni politiche il Sindaco mi dia del bugiardo.

Ascoltando ancora al tempo 2h 21’ 53’’ sentirà il Sindaco accusarmi di dire fesserie.

Al tempo 2h 22’10” sentirà la Vice Presidente del Consiglio “chiudere la seduta” e pochi secondi dopo il Sindaco comandare la riapertura, inammissibile a quel punto con un impositivo “quindi si vota e basta”.

Ora capite come posso accogliere amaramente la dichiarazione del Sindaco che si sente, lui, diffamato.

Spero che ancora una volta la superficialità di opinione non abbia la meglio.

 

Ruggero Pozzer – Capogruppo Consiliare Verdi Con Rovereto

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Divieto di dissenso

 

Al Presidente del

Consiglio Comunale

di Rovereto

 

 

Domanda di attualità

 

Divieto di dissenso

 

Il divieto di parola e di dissenso è storicamente regola fondamentale nelle dittature.

Dall’olio di ricino alle fucilazioni la cronaca ricorda tristemente le pene inflitte a coloro che forzano la volontà del potere e chiedono democraticamente di esprimere libere opinioni.

Ancora oggi purtroppo, in varie parti del Mondo,  assistiamo tristemente a manifestazioni di dissenso zittite con la forza.

 

A Rovereto, città della Pace, la democrazia ed il rispetto delle opinioni solitamente viaggiano su binari sicuri e si accostano a perfezione con sereno il suono serale della Campana.

 

Da qualche tempo però si evidenzia la nascita di un nuovo stato di intolleranza che si esprime nei veti espressi non da un qualunque cittadino, ma dal primo di questi, il Sindaco.

 

Un primo fatto è avvenuto nell’ultimo Consiglio Comunale svoltosi la sera del 15 ottobre scorso. Durante quella serata il sottoscritto intendeva riportare attenzione al grave spregio che si andrà a compiere edificando la zona ex Bimac a ridosso del centro storico. Esprimevo le mie critiche al Sindaco Valduga, reo di aver vinto le elezioni con slogan anticemento salvo poi dimenticarsene il giorno dopo. Durante la mia legittima espressione il Sindaco interveniva, urlando e insultando e obbligando la Presidenza a sospendere la seduta ed impedendo così la libera continuazione del Consiglio Cittadino. Nessuna giustificazione o scusa giungeva successivamente al sottoscritto avvalorando la certezza che tale pratica non è stata frutto di un momento di tensione ma che probabilmente si tratta di convinta modalità operativa del  primo cittadino.

 

Un secondo fatto avviene in questi giorni. La città di Rovereto detiene un Maestro di musica che grazie alle sue indubbie capacità ha vinto il concorso e dirige la Civica Scuola Musicale cittadina. Tale direttore, il prof. Bulfamante, durante la discussione in merito ai destini della scuola roveretana ha espresso il proprio parere sulla questione. Tale parere, espresso in libertà e disinteresse, ha avuto la sfortunata caratteristica di essere in dissenso con quello del Sindaco Valduga. Da quel momento alla persona del Maestro è stata appesa una sorta di bavaglio istituzionale. Il Consiglio Comunale non è informato, ma i giornali con puntualità hanno riportato la notizia che il Maestro ha subito una censura ufficiale dall’Amministrazione del Sindaco Valduga. Una circolare amministrativa ha imposto inoltre a Bulfamante il divieto assoluto di parlare con la stampa.

Gli atti messi in pratica dall’egocentrismo sindacale non si limitano però solo all’ambito amministrativo pubblico.

Il Maestro Bulfamente ha ricoperto sino a poco fa la carica di Direttore artistico del Festival Mozart di Rovereto. Tale carica è stata da poco revocata a Bulfamante con la motivazione, dichiarata dal Presidente del Festival stesso che il Maestro è «in conflitto di interessi per il contenzioso che ha aperto con il Comune, che è il principale sponsor». Succede dunque che ancora una volta il dissenso con la linea del Sindaco si traduce con l’estromissione forzata della partecipazione alla vita pubblica. Palese in questo caso come non conti più la professionalità di una persona ma solo l’accondiscendenza alle idee dell’autorità.

 

 

Si interroga quindi, ciascun membro componente la Giunta comunale, per sapere se condivide tali modalità non democratiche di gestione della cosa pubblica o se, al contrario, ritiene che tali modalità si riferiscano a scelte individuali del primo cittadino.

 

Rovereto, 12 novembre 2008                       Ruggero Pozzer

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Bici via dal bosco della Città

Al Presidente del

Consiglio Comunale

di Rovereto

 

Interrogazione all’Amministrazione con risposta scritta

 

Sfratto dell’Arcobaleno Carraro Team dal Bosco della Città

 

L’Arcobaleno Carraro Team di Rovereto è società di mountain bike e  fiore all’occhiello dello sport provinciale e italiano.

Il sodalizio sportivo, da quindici anni in attività, si pone ai vertici dello sport internazionale di settore sia per l’attività agonistica che amatoriale e di promozione a favore di scuole e giovani. Conta oltre cento atleti agonisti che pongono la società tra le più titolate d’Europa. L’attività di promozione è curata da istruttori della Federazione Ciclistica Italiana che da alcuni anni operano nelle scuole roveretane e dell’intero Comprensorio.

L’Arcobaleno Carraro team organizza eventi agonistici di alto livello che attirano in Trentino atleti da ogni parte del mondo.

 

Da oltre dieci anni l’associazione con i suoi volontari cura la manutenzione di un percorso di mountain bike nel bosco della Città di Rovereto. La struttura sportiva è stata individuata e creata dai volontari de l’Arcobaleno Carraro Team su autorizzazione del Servizio foreste e fauna della P.A.T., dell’Ufficio distrettuale forestale e su precisi suggerimenti dei Custodi forestali, riportando alla luce tracce seminascoste di vecchi sentieri inutilizzati e realizzando alcuni tratti ex novo, proprio per non interferire con i percorsi per pedoni, la dove potevano creare disturbo.

Questo terreno di allenamento e di gara e si distingue per la bellezza tecnica ed estetica e la vicinanza alla città. La struttura è motivo di orgoglio per Rovereto in quanto tale percorso ci è invidiato da tutti i frequentatori che da ogni parte di Italia e d’Europa vengono ad utilizzarlo. La sua fruizione e manutenzione è anche un baluardo per la tutela del territorio da vandalismi e deturpazioni.

 

L’Arcobaleno Carraro Team, in tutta la sua attività agonistica, promozionale ed organizzativa di eventi, si è imposto di seguire le direttive di Agenda 21 per uno sport eco-sostenibile. Con massimo rispetto ambientale, curando i percorsi che in buona parte sono diventati permanenti; con i ristori e pasta party usando stoviglie biodegradabili. Ha fortemente voluto adattare questo meraviglioso sport, il mountainbike, al territorio e non viceversa; si è rivolto a quelli che possiamo definire “turisti consapevoli” della bellezza della nostra Vallagarina e che la vogliono condividere, gustandosi quanto la natura offre. Il mountainbike è praticato soprattutto da chi vuol vivere lo sport a contatto con la natura in libertà. Il mountainbike si può vivere in sintonia con i ritmi lenti della natura e delle stagioni, riflette quindi il desiderio di avventura, di scoperta, di esplorazione e di voglia di fuga dal caos e dai ritmi cittadini.

 

Giorni fa, notizie sulla stampa, paventavano un possibile “sfratto” dell’Arcobaleno Carraro Team dal Bosco della Città e la soppressione del percorso di allenamento e gara. Il motivo di tale decisione, operata dalla Giunta Comunale di Rovereto, sarebbe da ricollegarsi con la previsione di un progetto di “riqualificazione ambientale”. Certo non si comprende come una riqualificazione di tipo ambientale debba eliminare una attività sportiva che si caratterizza proprio per l’attenzione al territorio e al gusto dello sport in paesaggio naturale.

Immaginiamo e confidiamo che la questione sia nata solo da incomprensioni in quanto non è concepibile come il corretto utilizzo ecologico, sportivo, ricreativo ed educativo del Bosco della Città di Rovereto possa privarsi di uno sport nobile e compatibile come il ciclismo.

 

Si interroga quindi l’Amministrazione perché illustri, se corrispondono al vero, le disposizioni riguardanti l’allontanamento dell’attività di mountain bike dal Bosco della Città e nel caso quali sarebbero le giustificazioni di tale scelta.

Si chiede, nel caso, quali sarebbero le conseguenze previste per le centinaia di atleti ed appassionati che utilizzano il percorso e per la società Arcobaleno Carraro Team.

Si domanda inoltre di illustrare con precisione e con eventuali tavole di progetto le previsioni ipotizzate per il destino del Bosco della Città.

 

Si chiede risposta per via informatica.

 

Rovereto, 5 novembre 2008                 Ruggero Pozzer

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Sprechi energetici pubblici

Al Presidente del

Consiglio Comunale

di Rovereto

 

Domanda di attualità

Sprechi energetici negli uffici comunali di via Pasqui

 

Domenica scorsa visitavo con interesse la fiera “Fa la cosa giusta” a Trento. Nella giornata rimanevo felicemente colpito dalle varie forme di risparmio energetico proposte negli stand della manifestazione. Ogni piccolo particolare era messo in evidenza come risorsa per giungere alla necessaria attenzione rivolta anche ad ogni più piccolo spreco. La compromessa situazione ambientale ed il contestuale rincaro delle fonti energetiche richiedono la massima attenzione da parte di ogni singolo cittadino e particolarmente dalle Pubbliche Amministrazioni.

 

Rientrando in serata a Rovereto e percorrendo la via Pasqui, la mia attenzione si rivolgeva allo stabile che a piano terra ospita il supermercato Billa.

L’intero stabile si presentava con le luci accese all’interno di tutti gli uffici agli ultimi due piani (v. foto allegata). Tali piani sono occupati dagli uffici comunali che si riferiscono alle politiche sociali. Grave a quel punto è stato il mio disappunto nel constatare che le minime norme di gestione oculata degli sprechi venivano gravemente disattese  per di più in una struttura pubblica che dovrebbe essere il caposaldo nel favorire il buon esempio. Informazioni raccolte tra cittadini mi informavano che tale illuminazione persisteva sino dalla chiusura degli uffici il venerdì precedente e che tale condizione è ricorrente in tale edificio.

 

Già lo scorso inverno segnalavo all’Amministrazione l’estrema precarietà che in tali uffici avveniva sul controllo delle temperature del riscaldamento. Ricordo come avessi segnalato misurazioni di temperatura nei locali stimate sino a 25°.

 

La corretta gestione luminosa e termica degli edifici pubblici dovrebbe essere pratica prioritaria per una Amministrazione attenta all’ambiente ed alle spese effettuate con i soldi dei contribuenti roveretani.

 

Si interroga quindi il Sindaco e la Giunta comunale per conoscere il perché l’attenzione al risparmio energetico in questi uffici comunali di via Pasqui è disattesa in tale maniera poco edificante.

 

Rovereto, 4 novembre 2008                            Ruggero Pozzer

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MOZIONE SU SFRATTO ASSOCIAZIONE

Al Presidente del Consiglio comunale di Rovereto

MOZIONE

L’amministrazione comunale ha recentemente inviato una lettera che chiede l’esclusione dell’associazione PartecipAzione Cittadini Rovereto dal Centro della Pace situato in Via Vicenza 5.

Nella lettera, protocollata il 9 luglio, il Sindaco Guglielmo Valduga indicava l’Associazione PartecipAzione Cittadini Rovereto come non consona agli obiettivi indicati nella Convenzione che il Comune ha con il ‘Comitato delle Associazioni per la Pace e i Diritti Umani’.

L’associazione PartecipAzione Cittadini Rovereto ha nel suo statuto le seguenti finalità:

1     L’Associazione PartecipAzione Cittadini Rovereto è una associazione di donne ed uomini senza scopo di lucro, indipendente, aconfessionale ed apartitica, che ha lo scopo primario di studiare, promuovere, migliorare, utilizzare, gli strumenti di democrazia diretta, partecipativa, deliberativa e dal basso, esistenti o teorizzati in altre comunità umane.

2     L’Associazione PartecipAzione Cittadini Rovereto si distingue da ogni forma di violenza, considera la pace, la pari dignità tra i popoli e il ripudio della guerra, e il confronto, beni supremi dell’umanità e condizioni indispensabili di progresso civile, economico e sociale.

3      L’associazione pone a fondamento della sua azione:

l  il perseguimento di rapporti giusti ed uguali tra le persone, la trasparenza, la correttezza, la democraticità e l’efficienza dell’azione amministrativa;

l  la politica come attività umana nobile attraverso la quale ogni cittadino,  con le forme che ritiene opportune, ottiene il concreto soddisfacimento degli interessi individuali e collettivi;

l  l’utilizzo della democrazia diretta come strumento che gestisce le tensioni sociali;

l  lo studio e la divulgazione dei diversi metodi di democrazia diretta;

l  lo stimolo alla creazione di spazi di informazione per permettere una consapevole scelta da parte dei cittadini;

l  il coinvolgimento del cittadino, legittimo portatore di interessi nel procedimento amministrativo, alla gestione della propria città con gli strumenti della democrazia diretta, partecipativa e deliberativa.
La missiva del Sindaco è seguita a una serie di indicazioni verbali che chiedevano di sospendere l’uso della sala pubblica del Centro della Pace proprio nel momento in cui era in discussione il rinnovo della Convenzione tra il Comune e il Comitato delle Associazioni per la Pace e i Diritti Umani.

Credo che questo episodio meriti ampia discussione all’interno del Consiglio Comunale che è preposto a mantenere vivo il confronto con e tra i cittadini. Credo che la associazione PartecipAzione Cittadini Rovereto sia in linea con i principi statutari del Comitato delle associazioni per la Pace e di Diritti Umani, in quanto è chiaro che per attuare l’educazione alla pace sia necessario un percorso di cittadinanza attiva per estendere il più possibile la democrazia, migliorandola in ogni suo aspetto e permettendo ai cittadini di esprimersi.In attesa di una decisione definitiva, l’associazione PartecipAzione Cittadini Rovereto continua a ritrovarsi all’aperto sotto la tettoia dei giardini Perlasca (davanti al Mart), per dare continuità al percorso di proposta ai cittadini e per richiedere l’introduzione di efficaci strumenti di partecipazione nella città di Rovereto.

 

 

A seguito di tali premesse si impegnano il Sindaco e la Giunta a:

Confrontarsi democraticamente con tutti i cittadini impegnandosi a migliorare e a estendere la democrazia a Rovereto.

Permettere all’associazione PartecipAzione Cittadini Rovereto di utilizzare i locali del Centro per la Pace o in alternativa altri locali di proprietà comunale posti in posizione centrale alla città.

Rovereto, 4 settembre 2008                            Ruggero Pozzer

 

La mozione ha avuto, come purtroppo previsto, un esito negativo con la bocciatura da parte del Consiglio comunale ma è rimasta agli atti come testimonianza di ripudio verso le logiche di oscuramento del libero pensiero delle persone

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Ciclisti di Sacco e San Giorgio

Al Presidente del

Consiglio Comunale

di Rovereto

 

Domanda di attualità

 

La nutrita compagine di ciclisti che ogni giorno risale da Sacco o San Giorgio sino ad attraversare il ponte sulla ferrovia nelle ultime settimane sta subendo una variazione viaria incomprensibile.

 

I ciclisti in questione, arrivati al ponte, accompagnano la bicicletta a mano e attraversano la strada. Poi scendono pedalando sino a Piazzale Orsi. Questi cittadini hanno nelle scorse settimane osservato con interesse i lavori di pitturazione di una nuova segnaletica stradale su Via Riva ipotizzando, come sembrerebbe logico, il tratteggio di una nuova pista ciclabile a protezione del loro tragitto. Stupore e dissenso ha invece destato la scoperta che le nuove linee avrebbero disegnato dei nuovi parcheggi.

 

Ciò che rende ancora più difficile l’uso della bici è poi il percorso che dal Piazzale Orsi è necessario compiere per raggiungere il ponte, al ritorno.

Il senso unico in Via Riva costringeva a pedalare lungo Via Cesari sino a Largo Dalla Chiesa per poi percorrere Via Campagnole. Il nuovo senso unico in Via Campagnole costringe ora, una volta giunti in Largo Dalla Chiesa, a scendere lungo Via Saibanti e risalire per Via Cavour. Tale percorso allunga e appesantisce ulteriormente il tragitto dei ciclisti disincentivando il desiderio di utilizzo del mezzo a trazione muscolare.

 

Sembra che nella stesura di questa modifica di traffico e parcheggi vi sia stata la completa dimenticanza dell’esistenza delle biciclette.

 

Avremmo invece auspicato alcuni logici mutamenti in senso positivo per l’incentivo del mezzo a pedali.

In primo luogo l’apertura del cordolo di divisione della Via Cavour per fare svoltare a destra le biciclette che giungendo dal ponte intendono recarsi verso la stazione. Questo renderebbe evitabile l’attraversamento stradale a mano delle due ruote o il pericoloso taglio della strada in sella al mezzo.

In secondo luogo si auspicherebbe che anche in presenza di sensi unici sulla via Riva e sulla Via Campagnole si permettesse, con adeguata pista ciclabile, la percorrenza protetta e nei due sensi alle biciclette.

 

Si chiede pertanto spiegazione circa le modifiche viarie operate, l’intenzione di correggerle e il parere circa le modifiche proposte.

 

Rovereto, 21 ottobre 2008                                            Ruggero Pozzer

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Bimac e imperialismo

Comunicato stampa del 18 ottobre 2008

 

Ma la città sa come funziona il nostro Consiglio Comunale?   Cronistoria dell’ultima seduta.

 

Mercoledì sera il Consiglio Comunale di Rovereto si è riunito per discutere, tra le altre cose, una mozione riguardante la destinazione dell’area ex Bimac di via Lungo Leno destro.

ITEA s.p.a, società pubblica, è in procinto di costruirvi 32 nuove abitazioni ed un blocco di uffici per l’Azienda Sanitaria.

Già dal 2002 il sottoscritto, in qualità di Consigliere Comunale si batte per un differente destino di quell’area sottolineando il valore che un diverso utilizzo potrebbe avere per la riqualificazione del centro storico roveretano. Sono convinto che edificare residenzialità sull’ultima grande area libera nel nucleo urbano antico della città sia una previsione al di fuori di ogni logica di buona vivibilità e visione urbanistica. Credo nell’utilizzo di quell’area come centro di aggregazione e di servizio, libera in superficie e con ampi parcheggi sotterranei dedicati agli attuali residenti ed ai visitatori che tramite passerelle sul torrente Leno accederebbero con facilità al nucleo cittadino antico. Invece, ad una situazione di ingolfamento edificatorio e di traffico veicolare già molto precaria, si vuole aggiungere nuova edificazione e nuova residenzialità con conseguente aumento di traffico e disagio. La rinascita del Centro Storico roveretano rimarrebbe ancora una volta una chimera stretta nella morsa delle nuove costruzioni.

Il dibattito avvenuto l’altra sera voleva ricercare un possibile ripensamento contando sulla nuova presidenza  di ITEA.

Durante il dibattito ricordavo le responsabilità politiche della scelta ad iniziare da quella del Sindaco Ballardini, grande sostenitore dell’operazione. Ricordavo poi come le mie critiche siano sempre state rivolte anche alla scorsa Amministrazione, della quale facevo parte pur essendo in disaccordo circa il destino della ex Bimac. Certo è che l’Amministrazione Maffei ha assunto la scelta positiva di eliminare la previsione di due palazzine centrali salvaguardando a piazza una area centrale del futuro edificato.

Fuochi e fulmini hanno infiammato l’aula consiliare quando stavo giungendo a ricordare le responsabilità del Sindaco Valduga nell’operazione. Giustificandosi dietro al paravento dell’”ormai è troppo tardi” il Sindaco Valduga si è sempre rifiutato di proporre alla Provincia di Trento (che controlla ITEA) un auspicabile dietro front sul destino dell’area. Da un Sindaco che ha vinto le elezioni comunali con la promessa del “no alla cementificazione” si pretendeva coerenza e un impegno in tal senso. Il tempo non era un problema se si è convinti che il bene pubblico è prioritario ad ogni scelta, anche se già presa da tempo.

Il Sindaco alle mie recriminazioni rispondeva, come è solito fare, interrompendo ed insultando pesantemente ogni obiezione al regime autoritario instaurato nel Consiglio della nostra Città. La Vicepresidente del Consiglio Comunale era costretta ad interrompere la seduta per fermare le intemperanze del Sindaco ed il sottoscritto abbandonava la sala consiliare con la collega Donata Loss, impossibilitati ad esprimere democraticamente le nostre osservazioni. Come già successo altre volte.

Il Consiglio “Imperiale” continuava il suo lavoro felice di avere costretto all’abbandono anche l’ultima vena di dissenso.

Ruggero Pozzer

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Ripristino scavi sulla via pubblica

Al Presidente del

Consiglio Comunale

di Rovereto

 

 

Interrogazione all’Amministrazione con richiesta di risposta scritta

 

 

Percorrendo diverse strade di Rovereto il guidatore di qualsiasi veicolo si trova spesso a subire bruschi sobbalzi per via della strada dissetata. Il problema aumenta pericolosamente quando il mezzo è una bicicletta o un ciclomotore.

 

Buche improvvise e tagli dell’asfalto sono spesso il risultato di ripristini mal curati e successivi a scavi operati sulla pubblica via.

Succede di sovente che privati, enti pubblici o società debbano posare sottoservizi sul suolo pubblico.

Al termine del lavoro lo scavo viene riempito e viene rifatto il manto d’asfalto superficiale solo sulla zona dello scasso. Dopo un certo periodo  il sottosuolo si compatta, avallandosi e provocando i problemi descritti con conseguente rischio e difficoltà per la circolazione.

Tali situazione potrebbero creare minori disagi se fossero curati e controllati i riassetti stradali anche a distanza di tempo e cioè dopo l’assestamento del terreno, magari agevolato meccanicamente e con bagnature.

 

Si nota invece come spesso tali pericolose buche e avvallamenti vengono completamente esentate da ogni tipo di controllo pubblico pur continuando a generare pericolo per la circolazione. Nessuno interviene ed il pericolo rimane incombente sulla circolazione.

A ciò si aggiunge che alla fine il costo economico per la manutenzione ricade a carico del Comune il quale spesso si trova costretto alla nuova asfaltatura della strada con costi ed oneri molto superiori a quelli che si produrrebbero con la costante manutenzione da parte di chi provoca il dissesto.

 

Si chiede dunque all’Amministrazione la giustificazione per cui le opere di scavo sulla pubblica via sono spesso dimenticate anche per lunghi periodi allo stato di cantiere provocando disagio e pericolo alla circolazione.

Si chiede inoltre perché  non viene istituito il controllo puntuale sul perfetto ripristino della situazione preesistente ad ogni opera di scavo.

Si chiede infine come può essere giudicata conveniente la nuova asfaltatura di strade della città rispetto ad una manutenzione costante che si rivelerebbe spesso sufficiente e nettamente più economica per le casse pubbliche.

 

Nella logica del risparmio di risorse cartacee, energetiche e temporali si richiede risposta unicamente per via informatica.

 

Rovereto,  2 ottobre 2008                                                     Ruggero Pozzer

                                                                                           Verdi Con Rovereto

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