Spreco con temperature eccessive negli uffici pubblici

Al Presidente del

Consiglio Comunale di

Rovereto

 

 

 

 

Interrogazione con richiesta di risposta scritta

 

Lo scorso mercoledì 31 ottobre ad ore 18.00 presso la Sala Verde del Servizio Attività Sociali  in via Pasqui 10, si è riunita la Commissione Consiliare permanente per le politiche sociali. In quella sede è avvenuto l’incontro tra la Commissione, i Rappresentanti delle organizzazioni Sindacali e i Comitati di gestione sul Regolamento per la gestione dei servizi socio-educativi per la prima infanzia. Il regolamento all’ordine del giorno viene presentato dall’Amministrazione in un ottica di risparmio sulla spesa pubblica investita nella gestione degli asili nido cittadini.

 

Con estrema frequenza, già negli anni scorsi ma anche con l’inizio di questa stagione fredda, nelle strutture comunali di vario tipo si riscontra la sensazione di una temperatura esageratamente elevata. Per non basarmi su dati di sensazione, procuratomi un termometro digitale, durante la riunione misuravo la temperatura appoggiando lo strumento sul tavolo dei commissari. A circa 1,5 metri di distanza dall’apparecchio era presente una finestra aperta nelle parti laterali ed in alto con il sistema a ribalta. L’apertura della finestra, ad intuizione degli intervenuti, era stata effettuata per abbassare la temperatura nella sala ed infatti, i presenti seduti vicino ad essa, avvertivano delle lievi folate fresche. Nonostante ciò la temperatura misurata con uno strumento non professionale, ma sufficientemente preciso e garantito per lo scarto di un grado centigrado in aumento o diminuzione misurava 25,5 gradi.

 

La temperatura ammessa per legge in quel locale è di 20 gradi centigradi. Ne risulta uno spreco energetico, oltre limite legittimo, di 5,5 gradi centigradi nonostante la finestra aperta.

 

Per avere un’idea dello spreco energetico avvenuto è necessario dotarsi di un minimo di cognizioni fisiche. Prima di tutto è necessario sapere che l’aumento dei consumi energetici non è proporzionale ma è esponenziale nel rapporto con l’aumento di temperatura in un ambiente riscaldato. Ciò significa ad esempio che se, per portare un ambiente alla temperatura di 20 gradi necessito di 20 metri cubi di metano, ciò non significa che per aumentare di 1 ulteriore grado la temperatura basterà 1 altro metro cubo di combustibile. Ne servirà molto di più e l’aumento sarà sempre più importante più si tenderà a una temperatura elevata.

Dati medi statistici indicano che la necessità di energia per aumentare di un grado la temperatura di un ambiente varia tra il 7 e il 10% in più di quella utilizzata per raggiungere i 20 gradi.

Utilizzando le medie dei dati ottenuti si può facilmente calcolare che lo spreco di energia riscontrato in quella sala comunale è pari al 56,75%. Ciò significa per esempio che se, per riscaldare quello stabile fino ai 20 gradi di legge servono 100 metri cubi di metano in realtà ne vengono utilizzati 156,75. Intuitivo inoltre rilevare come tale spreco si ripercuota tal quale anche in senso ambientale con l’aumento esponenziale dell’impatto sulla qualità dell’aria. Tema che affronteremo con un intervento dedicato riservandoci per il momento la sola valutazione economica.

 

La preoccupazione maggiore deriva dal fatto che temperature esageratamente elevate si avvertono spesso in varie strutture comunali come anche in aula consiliare.

E’ facile immaginare come tali sprechi, se sommati fra di loro, possono facilmente raggiungere le decine se non le centinaia di migliaia di euro di valore.

 

Il mio ragionamento in sede di discussione del regolamento degli asili nido è partito proprio da questo concetto che porta ai seguenti interrogativi rivolti all’Amministrazione.

 

  • Come può l’Amministrazione chiedere risparmi nei servizi all’utenza degli asili se prima non risolve tali sprechi evidenti nelle sue strutture?
  • Chi è il responsabile per tali sprechi e come si intende sanzionarlo?
  • Perché l’Amministrazione non interviene per reprimere tali sprechi?
  • Quali sono le previsioni di aumento dei costi per il riscaldamento degli edifici pubblici rispetto allo scorso anno e a quanto ammontavano e ammontano?

 

Si richiede risposta non cartacea ma in via informatica.

 

 

Rovereto,  3 novembre 2007                                                     Ruggero Pozzer

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Skateboard

Al Presidente del

Consiglio Comunale

di Rovereto

 

 

 

Interrogazione a risposta scritta all’Assessore all’Istruzione, Formazione, Giovani, Comunicazione.

 

 

 

Da diversi anni a Rovereto emerge chiara la necessità di dotarsi di una struttura per l’attività dello skateboard.

 

Tale attività oltre che sportiva è soprattutto occasione d’incontro e socializzazione per i diversi gruppi di giovani che ne sono affascinati.

Lo skateboard, oltre che movimento è uno stile di vita, un modello che accompagna la crescita di molti bambini e bambine, ragazzi e ragazze che scelgono di comunicare la loro voglia di vita e di espressione accompagnandosi a questa tavola con rotelle.

E’ una disciplina di difficile apprendimento che prevede costanza, impegno e una grande capacità di riprendersi dagli insuccessi. Ne consegue una valida propulsione educativa.

E’ un’attività a scarso contenuto aerobico ma dove, le indispensabili doti di equilibrio dinamico e coordinazione, prevedono abiti larghi, comodi e di facile vestibilità. Tale abbigliamento diventa poi un modo per riconoscersi, per ritrovarsi e per socializzare con chiunque si riconosca nel comune interesse.

Per i ragazzi lo skateboard è fare qualche cosa di sano mantenendosi contemporaneamente lontani dai vari problemi che incombono sull’età giovanile.

 

Fino ad ora tale premessa non è stata motivazione sufficiente per risolvere l’annosa situazione.

Da quasi dieci anni si susseguono le proposte e le richieste all’Amministrazione roveretana con stimoli successivamente spenti dentro le mura del Comune.

Una rappresentanza degli “skateari” ha già proposto all’Amministrazione varie localizzazioni possibili fra le quali la più idonea potrebbe essere quella nella zona sportiva di S Giorgio perché periferica ma non distante dal centro e perché raggiungibile dalla ciclabile. La struttura potrebbe inoltre servire alle attività con le biciclette BMX e per i pattini in linea. Potrebbe idealmente diventare un centro giovani, una specie di oratorio moderno, dove diverse
generazioni vengono a confronto, imparando a rispettarsi e a gestire i propri spazi.

 

L’Assessorato allo sport, interessato ormai da diversi anni, dimostra totale indifferenza e disinteresse.

Il Sindaco si è reso disponibile ma non si vede alcun riscontro di tale disponibilità.

Dal mondo dello skateboard giungono voci di scoramento per la scarsa attenzione che si è data fino ad ora alle loro esigenze. Un altro comitato di protesta nei confronti dell’Amministrazione non si è ancora formato solo grazie a promesse ottenute, peraltro senza seguito.

 

Nel frattempo gli “skateari” sono costretti alle alternative.

Ricorrente la comitiva di genitori con le auto cariche di ragazzi che si reca a Trento alla struttura delle Ghiaie o alla rampa di Riva del Garda.

Curiosa la signora che arrabbiata si affaccia dal suo palazzo e grida ai ragazzi: ” ma no gavè n’altro posto; diseghe al Sindaco che el velo trova che mi som stufa”.

Comprensivo il vigile urbano che richiama per il pericolo di svolgere l’attività sulla strada pur rendendosi perfettamente conto che questi ragazzi da qualche parte devono pure poter andare.

 

Con la Sua nomina alla carica di Assessore ai Giovani e all’Istruzione confidiamo si possa ottenere nuova linfa e l’energia sufficiente per addivenire ad un immediato impegno amministrativo nella risoluzione della questione. Contiamo sulla Sua conoscenza del mondo giovanile, ottenuta attraverso la professione d’insegnante, per capire la necessità di un impegno prioritario e risolutivo.

Non è possibile rimandare ulteriormente. La realtà dello skateboard roveretano è giustamente esasperata.

Credo che ormai il Comune non possa tirarsi indietro, credo inoltre che la magra figura di essere sparito, di non avere comunicato, e di non avere messo neppure in programma la costruzione dello skatepark, possa danneggiare ulteriormente il rapporto di rispetto tra giovani e istituzioni.

 

In conseguenza di quanto scritto s’interroga la Sua persona nel ruolo di Assessore ai Giovani e Istruzione per sapere se è in grado di garantire il solerte e massimo impegno dell’Amministrazione per dotare Rovereto di una pista attrezzata per la pratica dello skateboard. In caso di risposta affermativa si chiede quali saranno i tempi certi e non presunti per l’esecuzione dei lavori necessari. S’interroga anche per sapere se è condivisa la proposta di situare l’area nella zona sportiva di S. Giorgio come proposto dalla rappresentanza dei ragazzi.

 

Si richiede cortese risposta in via informatica.

 

 

 

 

Rovereto, 15 ottobre 2007                                Ruggero Pozzer

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Vendita immobili pubblici

Al Presidente del

Consiglio Comunale

di Rovereto

 

 

 

 

 

 

Interrogazione all’Amministrazione con richiesta di risposta scritta

 

 

 

 

L’attuale Amministrazione sta operando numerose dismissioni di beni immobili di proprietà della Città di Rovereto. Il patrimonio immobiliare è uno dei fattori di ricchezza della municipalità che può disporne per offrire sedi a servizi ed associazioni o destinarlo ad uso abitativo nelle varie modalità di bisogno.

 

La dismissione di tale patrimonio deve essere ben valutata nei termini di una convenienza per la Città. La necessità di spazi di cui Rovereto deve dotarsi, se conseguita contestualmente a dismissioni, deve presumere che è ragionevole vendere per poter poi acquistare superfici più idonee in un rapporto di convenienza.

 

Si interroga l’Amministrazione per conoscere relativamente ad ogni immobile messo in vendita:

 

1)      Capitolo di bilancio nel quale è descritta la dismissione.

2)      Valutazioni che consigliano la dismissione rispetto all’utilizzo, chiarite mediante riferimenti economici, urbanistici e sociali.

 

 

Si richiede risposta in via informatica all’indirizzo dello scrivente.

 

 

 

 

 

Rovereto,  1 ottobre 2007                                                     Ruggero Pozzer

                                                                                           Verdi Con Rovereto

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Via libera allo smog

Comunicato stampa del 12 settembre 2007                                      

 

Per il terzo anno consecutivo il Comune di Rovereto non aderisce alle linee provinciali d’azione antismog per il prossimo inverno presentate venerdì scorso a Trento dall’Assessore provinciale Mauro Gilmozzi.

 

I motivi evidenziati con enfasi dall’Assessore Azzolini sono stati enunciati con grande risalto dalla stampa di questi giorni. Egli afferma che le soluzioni prospettate dai tecnici provinciali non sono le migliori. Beato lui che ne sa più degli ingegneri ma io invece vorrei limitarmi ad alcuni ragionamenti che in maniera modesta sono più misurabili e non ingannevoli.

 

Le linee d’azione che supporterebbero la “ragione” pronunciata da Azzolini riguardano principalmente i seguenti punti:

1)      La sperimentazione attuata a Rovereto del cosiddetto asfalto catalizzante al biossido di titanio.

2)      Il lavaggio delle strade

3)      La presenza a Rovereto del teleriscaldamento 

4)      La necessità di non caricare le responsabilità economiche sui meno abbienti che possiedono un autoveicolo euro 0 e che non hanno le risorse per sostituirlo.

 

Per quanto riguarda la presenza di asfalto al biossido di titanio, in grado di catalizzare micro particelle inquinanti aeriformi, vorrei ricordare che tale accorgimento è presente sulle strade roveretane solo per alcune decine di metri in via Benacense, ma che le strade del Comune di Rovereto corrispondono invece ad oltre duecento chilometri. Un semplice conto matematico ci evidenzia che tale soluzione, anche se funzionasse in modo perfetto, nella sua limitata attuazione può risolvere il problema in maniera talmente poco visibile da non poter essere nemmeno presa in considerazione in un serio e scientifico bilancio ambientale. A ciò si aggiunge che ancora non esistono certezze per quanto riguarda la non tossicità di tale biossido di titanio e che in caso della SIRIC sembra sia stato smaltito come rifiuto pericoloso.

 

Per quanto riguarda il lavaggio delle strade è ancora da sottolineare la lunghezza della viabilità roveretana. Tale operazione, durante gli anni scorsi, è stata effettuata su meno di venti chilometri dei totali duecento di Rovereto e con una frequenza limitatissima per via dei costi e della difficoltà di bagnare le strade nel gelo invernale. Risulta poi impreciso parlare di lavaggio quando in effetti si tratta di una bagnatura superficiale adatta a bloccare l’innalzamento di detriti per qualche decina di minuti fino all’asciugamento del manto stradale e alla successiva ricomparsa delle medesime polveri. E’ come se in casa anziché utilizzare secchio e straccio risciacquato frequentemente, si bagnasse solamente il pavimento in attesa che lo sporco misto all’acqua scomparisse per magia.

 

La tesi riguardante la presenza a Rovereto del teleriscaldamento è vera. Tale metodo distributivo di energia calorica è senz’altro un valido limitatore di emissioni. Infatti la produzione di calore avviene in una centrale altamente controllata dal punto di vista delle emissioni pericolose. Da rilevare che i meriti di questa Giunta comunale sul tema teleriscaldamento sono totalmente nulli e risalenti invece a scelte operate da lungimiranti e impegnative intuizioni risalenti alle passate amministrazioni.

 

Ultima intuizione del nostro Assessore è la tesi demagogica che non si devono toccare le classi meno abbienti che circolano con mezzi euro 0. In tal senso anziché eventualmente proporre un incentivo economico comunale per favorire la sostituzione d’auto, l’Assessore Azzolini offre libertà di utilizzo a tutti gli euro 0. Una sorta di “licenza di inquinare” più facile da proporre rispetto all’affrontare il problema in modo serio. Quando il prossimo inverno ci troveremo a dover sopportare fumi nerastri e puzzolenti sapremo chi ringraziare.

 

“Originale” è poi la modalità di superamento delle soglie di inquinamento. Come sappiamo la legge prescrive che ad ogni superamento di una prescritta soglia inquinante, rilevata dalle apposite centraline, il Comune debba attuare soluzioni immediate. A Rovereto tali accorgimenti risolutivi vengono attuati solo quando lo sforamento inquinante risulta contemporaneo su due centraline. Per fare un paragone è come dire che se un cittadino si sente male in corso Rosmini non si chiama l’ambulanza fino a quando, esattamente nel medesimo momento, non sta male anche un’altra persona in via Benacense.

 

La grande difficoltà ambientale che ci è evidente oggi e che si propone sempre più incombente nel futuro, non permette facilonerie e superficialità. In Provincia non si inventa nulla e pur rispettando il buon senso della gente comune ci si basa su evidenze e riscontri che non nascono da presunzioni del momento ma da seri riscontri tecnici e misurazioni degli uffici ambientali.

Più sano sarebbe poterli ascoltare.

 

                                                                                       Ruggero Pozzer

                                                                 Capogruppo consiliare Verdi Con Rovereto

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Conservazione facciate centro storico

Al Presidente del

Consiglio Comunale di

Rovereto

 

Domanda di attualità

 

Lo scorso 11 luglio in questo Consiglio si discuteva una mia domanda di attualità in merito a trasgressioni regolamentari urbanistiche attuate al civico 14 di Via della Terra.

Su richiesta della ex consigliera Bianca Gaifas chiedevo delucidazioni in merito al fatto che con l’apertura di un varco nella facciata, per realizzare un garage, si starebbe disattendendo un chiarissimo punto normativo delle nostre norme urbanistiche.

 

La costruzione interessata da lavori viene catalogata come Palazzetto o casa a corte dimezzata (Elencale inferiore), per il quale  il PRG prevede nelle Norme di attuazione nell’ art. 23 paragrafo 3.3 interventi di risanamento e restauro che prescrivono tassativamente: “In ogni caso è obbligatoria la conservazione o il ripristino del disegno delle facciate sugli spazi pubblici”.

Per i lavori di apprestamento del garage la concessione edilizia è avvenuta in deroga alle norme del PRG in virtù della legge 122 del 1989, che permette il cambiamento di destinazione d’uso da magazzino a garage anche nei centri storici, ma a condizione che “Restano in ogni caso fermi i vincoli previsti dalla legislazione in materia paesaggistica ed ambientale”.

 

Alla mia richiesta l’Assessore competente mi rispondeva che in tale tipologia edificatoria “sono possibili modifiche nelle aperture” e che “la categoria di intervento consente questo tipo di intervento” parlando anche di “norme labili”.

L’Assessore sosteneva anche che le forte richiesta di garage in centro storico dipende dalla carenza di posti auto. Dimenticava con facilità la sua diretta responsabilità nella mancata destinazione del sito ex Bimac a servizio e parcheggio per il centro storico. Dimenticava ancora una volta che sarà l’ulteriore cementificazione da lui accettata alla ex Bimac che procurerà il soffocamento del centro storico.

 

Nella mia replica sostenevo fortemente la tesi che quella richiamata non è assolutamente una norma labile ma totalmente certa ed indiscutibile per quanto riguarda questo genere di tutela. Insistevo nell’affermare come non può essere condivisibile che si trasgredisca ad una norma di tutela urbanistica. Richiedevo anche una risposta più precisa a sostenere la tesi “libertina” dell’Assessore, ma nulla giungeva al mio recapito.

 

Mi giunge notizia che al civico 14 di Via della Terra la tabella di cantiere afferma che la licenza risale al mese di giugno e cioè ben prima (11 luglio) che l’Assessore auspicasse un possibile blocco della stessa. E’ imminente l’inizio dei lavori.

 

Con la presente si interroga l’Amministrazione per richiedere un preciso e puntuale chiarimento di tale trasgressione urbanistica, eventualmente sostenuto da precisa normativa. Si interroga inoltre circa la volontà di fermare immediatamente l’esecuzione dell’opera in questione.

 

Rovereto, 12 settembre 2007                                               Ruggero Pozzer

                                                                                         Verdi Con Rovereto

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Giovani di Calmapiatta e festa Moietto

 

Al Presidente del

Consiglio Comunale di

Rovereto

 

 

Domanda di attualità

 

Il quotidiano L’Adige di oggi riporta notizia di avvenuti screzi tra l’Amministrazione e l’Associazione Calmapiatta organizzatrice dell’evento Sfumature previsto al Moietto per il fine settimana.

Senza addentrarmi nel merito delle discrepanze che avrebbero “offeso” l’Amministrazione voglio ribadire che un’evento come quello previsto coinvolge centinaia di giovani cittadini che vanno ben oltre l’organizzazione stessa. Voglio inoltre sottolineare come anche un volantino diffuso e recante illazioni nei confronti della politica e del Comune sembrerebbe non condiviso ma stilato da una parte non rappresentante l’Associazione stessa. Slogan come quello di saper fare tutto da soli senza bisogno di aiuti, fanno parte, a mio giudizio, di quella forma di normale orgoglio giovanile al quale si può rispondere con l’adulta determinazione dell’”allora arrangiati” o possono essere comprese nel normale diverbio tra il giovane in crescita e chi (purtroppo) quella fase l’ha già superata da parecchio.

Da settimane gran parte del mondo giovanile roveretano attende con entusiasmo questo momento di unione e di festa e si aspetta comunque, da parte del Comune, un doveroso sostegno di tipo economico o logistico inteso anche come segno di rispetto che “il buon padre di famiglia” ha nei confronti dei figli anche se non ne condivide le modalità dei momenti di svago.

 

Si chiede quindi all’Amministrazione se, alla luce di quanto descritto, non intenda mantenere fede all’impegno di sostegno alla manifestazione tramite la fornitura di idoneo servizio navetta e di montaggio delle strutture necessarie alla festa.

 

 

 

Rovereto,  30 maggio 2007                                                Ruggero Pozzer

                                                                                         Verdi Con Rovereto

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Condizioni ufficio anagrafe

Al Presidente del

Consiglio Comunale di

Rovereto

 

 

 

 

Interrogazione con richiesta di risposta scritta in via informatica

 

 

 

 

Il crollo di intonaco avvenuto nei giorni scorsi presso l’ufficio anagrafe del nostro Comune riporta di immediata attualità la situazione più generale dell’ufficio stesso.

 

Il pericoloso crollo che fortunatamente non ha provocato danni alla salute delle persone rivela precarietà nella struttura che pur essendo stata ristrutturata, rimane datata nel tempo.

 

Il problema strutturale di questi giorni si aggiunge ad una evidente inadeguatezza rispetto all’utilizzo come ufficio pubblico. Vari sono i motivi che rendono problematica la gestione dell’ufficio ed il confort per l’utenza.

 

Innanzitutto va evidenziata la difficoltà a raggiungere l’ufficio che localizzato in zona a traffico limitato non permette di giungervi con autoveicoli. Il vicino parcheggio in via delle Fosse serve comodamente chi ha buone gambe ma diventa inutilizzabile per portatori di handicap, anziani e per chiunque convive con comunissimi problemi di deambulazione.

 

Raggiunto l’edificio è necessario affrontare la salita di una lunga scalinata della quale si sottolinea la scivolosità e la pericolosità in ordine alla pendenza in rapporto alla larghezza. Alternativa alla scalinata è un ascensore lento ed in uso promiscuo con l’intero condominio.

Pericoloso in uscita dal portone su Via della Terra è l’incrocio dell’utenza con il percorso del Pollicino che passa radente all’ingresso.

 

Entrati nell’ufficio anagrafe ci si rende immediatamente conto dell’estrema ristrettezza degli spazi e della promiscuità forzata ed esente da privacy tra chi deve semplicemente ottenere un certificato e chi deve esprimere davanti a tutti dichiarazioni di contenuto spesso estremamente delicato e personale. Oltretutto non è solo in ordine alla privacy ma anche senza un minimo di confort la spesso lunga attesa del pubblico accalcato in piedi nei pressi dell’ingresso.

Anche gli spazi negli uffici interni presentano uno stato di promiscuità e di necessaria convivenza tra settori e servizi diversi in spazi ristretti.

 

La mancanza di confort, per gli impiegati ma soprattutto per gli utenti in piedi, giunge a condizioni estreme allorquando in estate i locali si infiammano per il calore intollerabile.

 

A tutto ciò si aggiunge la difficoltà logistica di avere in una sede differente uno dei tre sevizi demografici, ossia l’ufficio elettorale, che si trova in un locale lontano da anagrafe e stato civile con ulteriori complessità di interscambio.

 

           

E’ apparso in questi giorni sui quotidiani un sondaggio di mercato commissionato dall’Amministrazione nel quale si prevede l’acquisto di immobili destinati ad ospitare la sede della Vigilanza Urbana in 800 mq oltre archivi e degli Uffici Tecnici in 1.700 mq oltre archivi.

E’ logico chiedersi perché non viene posta in prima istanza la necessità di trovare una sede adeguata agli uffici demografici. E’ questo infatti il settore che si trova nella situazione più difficile anche perché offre il suo servizio al maggior numero di cittadini utenti rispetto a qualsiasi altro.

Anche nel caso qualcuno ritenesse non adatte le attuali sedi di Uffici tecnici e Vigilanza urbana si deve spiegare ai cittadini perché si trascura prioritariamente di migliorare la localizzazione e quindi il servizio dell’ufficio da loro maggiormente utilizzato e frequentato, ossia l’anagrafe

Gli Uffici tecnici sono posizionati in una zona decentrata e ricca di posti auto gratuiti e servono un’utenza per lo più professionale che è tranquillamente abituata all’attuale localizzazione.

La sede della Vigilanza urbana incontra le difficoltà dei nuovi ambiti intercomunali con l’aumento di impiegati. Eventuali nuove sistemazioni logistiche interessano però minimamente l’utenza comunale e si potranno risolvere con un decentramento delle stesse e comunque dopo le più imminenti difficoltà degli uffici demografici

 

Si invita quindi l’Amministrazione a rispondere alle varie sollecitazioni contenute nelle premesse espresse con particolare attenzione nel presentare le motivazioni circa le previsioni di localizzazione logistica degli uffici citati. In particolar modo si chiede motivo dell’assenza, nelle previsioni dell’Amministrazione, della necessaria ricollocazione in una sede più idonea degli Uffici affari demografici comunali.

 

 

 

 

 

 

Rovereto,  5 maggio 2007                                                     Ruggero Pozzer

                                                                        Capogruppo Verdi Con Rovereto per l’Unione

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Pavimentazioni pubbliche mal fatte

Al Presidente del

Consiglio Comunale di

Rovereto

 

 

 

 

Interrogazione con richiesta di risposta scritta in via informatica

 

 

 

Da meno di un anno è terminata la ripavimentazione in porfido del Borgo S Caterina.

 

 

In maniera evidente si può notare come tale opera commissionata dall’Amministrazione comunale si presenti già evidentemente lacerata e prossima ad un sollevamento dei cubetti freschi di posa.

 

 

Salendo da Via Fontana verso sud e svoltando a sinistra si può notare l’intera dorsale stradale fessurata con i cubetti mobili. Tale osservazione si può riscontrare anche nel seguente rettilineo e nella successiva curva verso Via Dante.

 

 

Si interroga quindi l’Amministrazione per conoscere i criteri qualitativi adottati nel definire la gara di appalto per quest’opera che a meno di un anno dal termine già versa in uno stato di grave instabilità e precarietà.

 

 

 

Rovereto, 2 maggio 2007                                                       Ruggero Pozzer

 

                                                                         Capogruppo Verdi Con Rovereto per l’Unione

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Lavori e disagi alla circolazione

Al Presidente del

Consiglio Comunale

di Rovereto

 

 

 

 

Interrogazione all’Amministrazione con risposta scritta

 

 

 

 

I lavori di manutenzione straordinaria del ponte sulla ss.12 del Brennero e le relative deviazioni stradali stanno creando disagi alla cittadinanza e alla viabilità di passaggio.

 

 

Alcuni disagi sono stati causati da mancata comunicazione tra l’Amministrazione di Rovereto e la direzione dell’ Autostrada del Brennero che aveva programmato la chiusura del casello a sud proprio in concomitanza con la necessità di inviare su quell’arteria il traffico pesante di attraversamento della nostra città. Tale problematica si è fortunatamente risolta ma ciò che non si risolverà presto sono i quotidiani disagi che le vie residenziali della città sembra dovranno sopportare per cinque lunghi mesi.

 

 

Un intervento di tale portata e di tale impatto sulla vivibilità di una fetta di città pone dei logici quesiti riguardanti la tempistica, la logistica e la programmazione dei lavori.

 

 

L’osservazione del cantiere in esecuzione al ponte della ss. 12 mette in evidenza come la presenza di personale operaio interessato dai lavori sia in numero limitato rispetto alla necessità di compiere l’opera nel minor tempo possibile.

Altro aspetto è sicuramente l’orario di interruzione del lavoro. L’ideale per compiere lavori di tale impatto nel minore tempo possibile è quello di programmare turni di lavoro notturni. Anche se tale soluzione può essere giudicata eccessiva sicuramente non lo sarebbe almeno il vedere gli operai lavorare, in doppio turno, fino all’orario serale. E’ impressionante infatti osservare come nell’orario di tardo pomeriggio, contemporaneamente al momento in cui il traffico invade maggiormente le vie alternative e residenziali della città, il cantiere viene tranquillamente chiuso sino all’indomani mattina. Altrettanto preoccupante è la chiusura del cantiere nel fine settimana è cioè senza alcuna intenzione alla celerità delle operazioni.

 

 

La programmazione dei lavori di straordinaria manutenzione al ponte prevede un periodo necessario di cinque mesi. Tale tempo appare incredibile per un’opera che, all’apparenza, si può risolvere in un periodo molto più breve. E’ chiaro quindi che risulta importante capire tale necessità temporale anche alla luce delle considerazioni sopra espresse.

 

 

Un’ultima analisi è relativa alla mancata realizzazione di una viabilità alternativa in sede locale. L’analisi del sito porta a concludere che a fianco del ponte in via di manutenzione vi sarebbe stato lo spazio per realizzare una struttura alternativa del tipo ponte Bailey o similare sul quale far transitare quantomeno il traffico leggero e mantenendo così la problematica in loco.

Alternativa possibile sarebbe anche stata quella della realizzazione di un riempimento parziale del torrente Leno con strada in superficie e mantenendo il flusso idraulico attraverso grosse condutture in calcestruzzo affiancate nell’argine

Risulta difficile comprendere come tali soluzioni siano state scartate. Speriamo fortemente che se la motivazione è di tipo economico i conti siano stati fatti in maniera adeguata considerando anche il valore della salute umana, dei costi relativi al rallentamento dei percorsi e alla gestione della viabilità alternativa.

 

 

In stretta considerazione di tali premesse si interroga l’Amministrazione per conoscere anche tramite un accurata relazione tecnica, economica, igienico salutistica e sociale:

 

1)      I motivi per cui è necessario un periodo di ben cinque mesi per la realizzazione dei lavori.

 

2)      I motivi per cui si assiste ad una conduzione di cantiere delegata a pochi operai.

 

3)      I motivi per cui non è stato concordato un orario di lavoro almeno in doppio turno in modo da mantenere aperto il cantiere almeno nelle ore di luce.

 

4)      I motivi per cui il cantiere subisce un’interruzione dei lavori nel fine settimana.

 

5)      I motivi per cui non è stata realizzata una viabilità alternativa in loco.

 

 

 

Rovereto, 22 aprile 2007                                                     Ruggero Pozzer

                                                                              Verdi Con Rovereto per l’Unione

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Canile municipale

 

Al Presidente del

Consiglio Comunale

di Rovereto

 

Interrogazione all’Amministrazione con richiesta di risposta scritta

 

La realizzazione di un canile municipale riveste carattere di urgenza soprattutto a causa della precarietà igienica e logistica dell’attuale ricovero.

La scorsa Amministrazione aveva destinato una zona a ridosso delle curve della Mira e incaricato un tecnico della progettazione.

A distanza di oltre due anni nulla si vede di compiuto o iniziato.

 

I quotidiani di questi giorni hanno pubblicato dichiarazioni dell’Amministrazione circa imminenti inizi dei lavori di preparazione della zona. Tali dichiarazioni, anche se veritiere, non giustificano il grande ritardo accumulato.

 

Le dichiarazioni lette sui quotidiani ipotizzano la realizzazione di 30 box per ospitare i cani e non si parla di gattile. Le previsioni della scorsa Amministrazione erano quelle di creare una struttura più grande e adatta a ospitare un maggior numero di animali magari provenienti da altre municipalità con le quali convenzionarsi.

 

Auspicando che l’area sarà dotata di adeguati sottoservizi sembra logico che questi provengano dalla viabilità esistente ovvero dalla strada statale. La SS 12, all’altezza della zona interessata, in questo periodo è interessata da lavori di sistemazione. Sembrerebbe opportuno che gli scavi per la posa dei sottoservizi siano coordinati con i lavori sulla statale in modo da evitare di dover scavare porzioni appena sistemate con ampio spreco di risorse.

 

Si chiede pertanto di conoscere:

1)      I motivi che hanno bloccato fino ad ora la realizzazione avviata dalla scorsa Amministrazione per la realizzazione del nuovo canile municipale.

2)      L’esistenza di un progetto di massima o esecutivo e in caso di risposta affermativa si chiede di averne copia completa per il sottoscritto e illustrazione al Consiglio Comunale.

3)      I motivi che avrebbero spinto l’Amministrazione a ridurre notevolmente le dimensioni della struttura e il numero di animali ospitabili.

4)      Quale è l’intendimento dell’Amministrazione relativamente alla gestione del randagismo felino e se sono previste strutture adatte al ricovero dei gatti.

5)      Quali sono le previsioni dell’Amministrazione in merito ad una struttura ambulatoriale adatta agli interventi veterinari come sterilizzazioni e cure.

6)      Se la posa dei sottoservizi per l’area destinata al canile sia stata predisposta nell’ambito dei lavori in fase di attuazione sulla ss. 12 alle curve della Mira. In caso di ipotesi di passaggio dei sottoservizi diversa dalla statale si chiede di conoscere  quale sia il percorso previsto per i sottoservizi stessi.

 

Rovereto,  19 marzo 2007                                                     Ruggero Pozzer

                                                                                           Verdi Con Rovereto

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