Sul giornale del giorno di Pasqua è apparsa un’intera pagina dove si pubblicizzava che un supermercato della zona sarebbe rimasto aperto a Pasquetta.
Ciò significa che gli impiegati, in quel giorno festivo, han dovuto rinunciare a stare con la propria famiglia, a godersi il meritato riposo o a fare una passeggiata.
Ciò è possibile grazie alle norme avvallate a livello nazionale, provinciale e comunale.
Ma non era “Pasqua in famiglia” o “con chi vuoi” !?
A Pasquetta io fortunatamente sono rimasto con i miei cari, ma solidale e vicino a coloro che hanno dovuto lavorare.
Comprendo perfettamente che ci sono servizi necessari anche durante le festività: sanitari, museali, di ristorazione, ecc. Però non accetterò mai la logica che vengano travolti tutti gli aspetti del vivere sociale e famigliare.
Il lavoro deve essere svolto con passione, coscienza e impegno ma ricordando che “si lavora per vivere e non si vive per lavorare”.
Falso colui che afferma necessario risolvere la crisi economica aumentando la disponibilità di orario nei servizi. Le energie economiche non si inventano. Se acquisto di domenica non lo farò in un giorno feriale perché comunque rimango con un unico e solo stipendio, una sola bocca per mangiare e un solo corpo da vestire e soddisfare. E’ una sorta di partita di giro dove la risorsa economica rimane immutata.
Vorrei che i parlamentari provassero il lavoro domenicale prima di legiferare e vorrei che l’autonomia della nostra provincia e i consigli comunali deliberassero il rispetto del riposo, anziché adeguarsi alle tristi logiche consumistiche.
Vorrei una politica che restituisse importanza alla sostanza degli affetti e al valore del tempo libero.
Chi ama l’ambiente, per passione e impegno politico, cerca e diffonde il desiderio di rallentare le logiche di sviluppo e crescita, poco affini alla natura umana.
Decrescere, anche economicamente, non è stare più male ma significa valorizzare cose che non costano, che non si comprano, ma sono essenziali per la gioia della persona.
Posso farlo, anche se attorno a me vengono sostenute logiche differenti.
Inascoltato dalla politica posso operare una scelta di coscienza e rifiutare di adeguarmi; posso decidere che, se aperto di domenica, quel supermercato non mi vedrà entrare.
Sono in fondo io che decido le logiche del mercato e lo posso fare rispondendo alla mia coscienza.
Se quel supermercato non vedrà clienti di domenica ritornerà al comune orario feriale e noi gioiremo anche per aver permesso, ad alcuni lavoratori, di riconquistare un po’ della propria vita.