Nelle lettere al giornale Adige del 5 gennaio scorso un lettore invitava ad esprimere un giudizio sereno e riconoscente nei confronti di Bettino Craxi. L’auspicio è quello di approvare l’intitolazione di una via pubblica, come proposto da Letizia Moratti. Chiedeva di smetterla con una sorta di odio verso il politico che tanto avrebbe dato al paese.
Il direttore Pierangelo Giovannetti, nella sua bella risposta, riproponeva con oggettività la serie di condanne in via definitiva accumulate dallo statista scomparso ormai dieci anni fa. Ricordava le ostentazioni di potere in contrapposizione con una storia socialista che sino a quel momento era stata apprezzabile e corretta.
Giudicava incongrua una dedica, anche per evitare che presso i giovani, Bettino Craxi sia ricordato come esempio.
Ho gradito la risposta del direttore ed ho voluto scrivere un breve commento che è stato pubblicato, come segue, il giorno 8 gennaio nelle lettere al giornale dell’Adige.
Concordo pienamente con il Direttore Pierangelo Giovanetti per l’approccio chiaro e oggettivo con il quale risponde all’ennesimo perorare la causa craxiana.
Poco da aggiungere alla risposta che offre, al lettore Giovanni Costa, sul quotidiano di martedì 5 gennaio.
Nessun odio verso Bettino Craxi. Certo e doveroso il perdono umano che si deve a chiunque.
Altro sarebbe invece innalzare agli onori delle dediche una persona che, come riferisce bene il direttore, ha sfigurato la storia socialista dal passato encomiabile, conducendola a comportamenti scanditi dall’arroganza al potere e condotti senza rispetto delle regole.
Garantismo e indulgenza non vanno confusi con buonismo, pratica sempre più diffusa e disgregante valori sociali, costruiti con dedizione, fatica e rispetto.
Ruggero Pozzer – Rovereto