Via libera allo smog

Comunicato stampa del 12 settembre 2007                                      

 

Per il terzo anno consecutivo il Comune di Rovereto non aderisce alle linee provinciali d’azione antismog per il prossimo inverno presentate venerdì scorso a Trento dall’Assessore provinciale Mauro Gilmozzi.

 

I motivi evidenziati con enfasi dall’Assessore Azzolini sono stati enunciati con grande risalto dalla stampa di questi giorni. Egli afferma che le soluzioni prospettate dai tecnici provinciali non sono le migliori. Beato lui che ne sa più degli ingegneri ma io invece vorrei limitarmi ad alcuni ragionamenti che in maniera modesta sono più misurabili e non ingannevoli.

 

Le linee d’azione che supporterebbero la “ragione” pronunciata da Azzolini riguardano principalmente i seguenti punti:

1)      La sperimentazione attuata a Rovereto del cosiddetto asfalto catalizzante al biossido di titanio.

2)      Il lavaggio delle strade

3)      La presenza a Rovereto del teleriscaldamento 

4)      La necessità di non caricare le responsabilità economiche sui meno abbienti che possiedono un autoveicolo euro 0 e che non hanno le risorse per sostituirlo.

 

Per quanto riguarda la presenza di asfalto al biossido di titanio, in grado di catalizzare micro particelle inquinanti aeriformi, vorrei ricordare che tale accorgimento è presente sulle strade roveretane solo per alcune decine di metri in via Benacense, ma che le strade del Comune di Rovereto corrispondono invece ad oltre duecento chilometri. Un semplice conto matematico ci evidenzia che tale soluzione, anche se funzionasse in modo perfetto, nella sua limitata attuazione può risolvere il problema in maniera talmente poco visibile da non poter essere nemmeno presa in considerazione in un serio e scientifico bilancio ambientale. A ciò si aggiunge che ancora non esistono certezze per quanto riguarda la non tossicità di tale biossido di titanio e che in caso della SIRIC sembra sia stato smaltito come rifiuto pericoloso.

 

Per quanto riguarda il lavaggio delle strade è ancora da sottolineare la lunghezza della viabilità roveretana. Tale operazione, durante gli anni scorsi, è stata effettuata su meno di venti chilometri dei totali duecento di Rovereto e con una frequenza limitatissima per via dei costi e della difficoltà di bagnare le strade nel gelo invernale. Risulta poi impreciso parlare di lavaggio quando in effetti si tratta di una bagnatura superficiale adatta a bloccare l’innalzamento di detriti per qualche decina di minuti fino all’asciugamento del manto stradale e alla successiva ricomparsa delle medesime polveri. E’ come se in casa anziché utilizzare secchio e straccio risciacquato frequentemente, si bagnasse solamente il pavimento in attesa che lo sporco misto all’acqua scomparisse per magia.

 

La tesi riguardante la presenza a Rovereto del teleriscaldamento è vera. Tale metodo distributivo di energia calorica è senz’altro un valido limitatore di emissioni. Infatti la produzione di calore avviene in una centrale altamente controllata dal punto di vista delle emissioni pericolose. Da rilevare che i meriti di questa Giunta comunale sul tema teleriscaldamento sono totalmente nulli e risalenti invece a scelte operate da lungimiranti e impegnative intuizioni risalenti alle passate amministrazioni.

 

Ultima intuizione del nostro Assessore è la tesi demagogica che non si devono toccare le classi meno abbienti che circolano con mezzi euro 0. In tal senso anziché eventualmente proporre un incentivo economico comunale per favorire la sostituzione d’auto, l’Assessore Azzolini offre libertà di utilizzo a tutti gli euro 0. Una sorta di “licenza di inquinare” più facile da proporre rispetto all’affrontare il problema in modo serio. Quando il prossimo inverno ci troveremo a dover sopportare fumi nerastri e puzzolenti sapremo chi ringraziare.

 

“Originale” è poi la modalità di superamento delle soglie di inquinamento. Come sappiamo la legge prescrive che ad ogni superamento di una prescritta soglia inquinante, rilevata dalle apposite centraline, il Comune debba attuare soluzioni immediate. A Rovereto tali accorgimenti risolutivi vengono attuati solo quando lo sforamento inquinante risulta contemporaneo su due centraline. Per fare un paragone è come dire che se un cittadino si sente male in corso Rosmini non si chiama l’ambulanza fino a quando, esattamente nel medesimo momento, non sta male anche un’altra persona in via Benacense.

 

La grande difficoltà ambientale che ci è evidente oggi e che si propone sempre più incombente nel futuro, non permette facilonerie e superficialità. In Provincia non si inventa nulla e pur rispettando il buon senso della gente comune ci si basa su evidenze e riscontri che non nascono da presunzioni del momento ma da seri riscontri tecnici e misurazioni degli uffici ambientali.

Più sano sarebbe poterli ascoltare.

 

                                                                                       Ruggero Pozzer

                                                                 Capogruppo consiliare Verdi Con Rovereto

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